L’8 marzo in città, ha ancora senso celebrarlo? Non è una stanca ricorrenza

 
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Gela. L’8 marzo si celebra la Giornata internazionale della donna . Ma ha ancora senso celebrare questa festa? La risposta è assolutamente si. L’8 marzo non solo serve ancora, serve oggi più che mai. La rivoluzione tecnologica, la recente pandemia, la guerra ritornata anche in Europa, le migrazioni e la crisi climatica aprono opportunità nuove, ma anche nuove forme di esclusione dall’istruzione per troppe bambine e ragazze nel mondo e in Italia sono i tanti muri che le nuove generazioni di donne deve imparare ad abbattere. Serve indirizzarle con coraggio e determinazione ogni giorno a scuola e a casa a considerare le nuove professioni tecnico scientifiche, a diventare autonome nella gestione del proprio denaro ma soprattutto a sviluppare quelle competenze trasversali che le metteranno in grado di “prendersi” il proprio posto nella società.
È necessario liberare gli occhi di bambine e ragazze dagli stereotipi, spalancando gli orizzonti delle loro aspirazioni. Altro che demodé: questa è una “festa” da custodire e tramandare, grate ai movimenti femministi che ce l’hanno consegnata a caro prezzo.
Più che una festa è un vero e proprio giorno dedicato al ricordo delle conquiste politiche e sociali che il genere femminile ha conquistato nel tempo. Una giornata per celebrare e riflettere insieme sui traguardi passati, presenti e futuri. Ma Qual è la storia e il significato della più comunemente chiamata‘Festa della Donna’? La giornata non venne istituita, come molti pensano, per ricordare un incendio in un’industria tessile di New York ai primi del Novecento, che causò 146 vittime, fra cui molte donne. Quello che ha realmente portato alla nascita di questa giornata sono state le rivendicazioni dei diritti delle donne da parte delle associazioni femministe di tutto il mondo.

La mimosa divenne il simbolo di questa festa, scelta perché caratteristica della primavera, poco costosa e facile da trovare. Una tradizione tutta italiana nata nel 1946 quando Rita Montagnana, moglie di Palmiro Togliatti, e Teresa Mattei proposero all’Unione donne italiane di adottare il fiore come simbolo della giornata. Da quel giorno, la mimosa ricorda le conquiste sociali ottenute dalle donne dopo secoli di lotte e discriminazioni. Per tanto, la mimosa si intende come un ‘fiore politico’.

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