Gela. Davide Di Maria sarebbe stato ucciso da un fendente, sferrato con un coltello, e non invece da un colpo di pistola. Arresto convalidato per Guido Morso. E’ quanto emerge dall’esito dell’autopsia effettuata sul cadavere del giovane, trovato senza vita all’interno di un appartamento della zona di Molassana a Genova. Dell’omicidio sono gravemente sospettati i gelesi Vincenzo e Guido Morso, padre e figlio. Il trentaquattrenne Guido Morso si è costituito a distanza di poche ore dal delitto. Il padre Vincenzo, considerato dagli investigatori uno dei referenti principali di cosa nostra gelese in Liguria, è tutt’ora latitante. Dopo essersi allontanato dall’appartamento a bordo di una Fiat cinquecento, avrebbe avuto contatti telefonici con una donna che, però, agli inquirenti ha escluso di averlo incontrato. L’arresto di Guido Morso è stato convalidato. Il giovane, davanti al giudice delle indagini preliminari, ha ammesso di aver avuto la disponibilità di una pistola semiautomatica. La seconda arma presente nell’abitazione, invece, sarebbe stata nella disponibilità del trentenne Marco N’Diaye, a sua volta arrestato. Proprio N’Diaye, però, ha escluso di essersi recato, armato, nell’appartamento. Le pistole, in base alla sua versione, apparterrebbero ai Morso. Oltre all’uccisione di Di Maria, venerdì scorsa a Molassana sono rimasti feriti proprio Marco N’Dyaie e il colombiano Christian Beyron Accuse reciproche, quindi, mentre gli agenti di polizia della mobile di Genova stanno cercando di stringere il cerchio intorno a Vincenzo Morso, ancora latitante.