Gela. Verifiche e controlli dopo l’esposizione alle pericolose fibre d’amianto proseguiranno anche tra i reparti dell’ospedale Vittorio Emanuele. “Altri trecento nominativi…”. I medici che hanno coordinato il progetto di monitoraggio si apprestano a richiamare almeno 160 tra operai ed ex lavoratori dello stabilimento Eni di contrada Piana del Signore. Si tratta di verifiche da effettuare dopo la conclusione della prima fase di accertamenti. L’individuazione dei lavoratori fu possibile grazie alle liste messe a disposizione dalla sezione locale dell’Osservatorio Nazionale Amianto, presieduta da Salvatore Granvillano. “Il richiamo – spiega lo specialista Antonino Biundo – è previsto dal protocollo regionale che si applica alle aree a rischio industriale. In ogni caso, le visite andranno oltre. Attendiamo dall’Inail almeno altri trecento nominativi”. Il monitoraggio, quindi, proseguirà soprattutto tenendo in considerazione le linee guida dettate dalla Regione. Biundo porta avanti l’attività di verifica insieme ai colleghi Paolo Gervaso e Rosario Greco. I lavoratori sono stati sottoposti a visite specialistiche, volte principalmente ad accertare l’eventuale rischio asbestosi. “E’ un progetto molto importante – continua il medico – che viene tenuto in forte considerazione anche dall’intero management dell’Asp e da quello del Vittorio Emanuele”.
Le broncopneumopatie. In più occasioni, proprio i lavoratori aderenti all’Osservatorio Nazionale Amianto hanno sottolineato l’esigenza di poter accedere a protocolli sanitari pubblici, senza dover sostenere spese spesso fin troppo pesanti per le tasche di singoli operai. “Tra le nuove linee d’intervento – conclude Biundo – stiamo attivando anche quella relativa alle broncopneumopatie ostruttive. Anche in questo caso, saranno i lavoratori esposti ad essere monitorati. Si tratta di patologie che vanno pur sempre a colpire l’apparato respiratorio”.