Gela. Il sindaco Domenico Messinese e il presidente della Regione Rosario Crocetta? Bocciati, senza possibilità di recupero. “Tutto a Taranto…niente a Gela”. E’ Lucio Greco, ex candidato a sindaco per il gruppo politico di Un’Altra Gela, a condannare definitivamente le scelte, soprattutto in materia di politica industriale, portate avanti dal primo cittadino e dal governatore siciliano. “La carenza di una classe politica qualificata e capace di interpretare le istanze fondamentali della comunità – dice – soprattutto nella situazione complessa creatasi con la chiusura dello stabilimento, limitano la forza di contrattazione tanto nei confronti dell’industria quanto nei rapporti con le istituzioni pubbliche nazionali. Così, mentre per Taranto, città simbolo insieme a Gela del degrado economico, sociale e ambientale causato dall’insediamento di importanti industrie, proprio a Natale, è stato varato dal governo Gentiloni un decreto legge con cui vengono stanziati 108 milioni di risorse destinate alla città, con in testa la sanità, oltre a 30 milioni per le famiglie disagiate, per la nostra città, niente di niente, neanche l’ombra di una semplice attenzione”.
“Messinese e Crocetta abbandonati dai loro stessi partiti”. Per Greco, la causa di tutto sono proprio le inadeguatezze emerse nella gestione politica sia del Comune che della Regione. “Quale credibilità e quale forza contrattuale possono avere un sindaco ed un governatore dai quali prendono le distanze perfino gli stessi partiti di appartenenza? – dice – quale credibilità può avere un sindaco che espulso dal Movimento cinque stelle si è inventato, pur di galleggiare, un movimento locale privo di qualsiasi identità? Quale credibilità può avere un governatore che annuncia urbi et orbi risultati economici ed occupazionali entusiasmanti per essere smentito subito dopo dai sui stessi uffici? Al punto in cui siamo arrivati ci vuole una vera e propria inversione di rotta”.
