L’indotto Eni ridotto ai minimi, “saranno gli operai a sfiduciare il sindaco”: Cacici, “a decine lasciano la città”

 
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Gela. “Decine di miei colleghi sono rimasti senza un posto di lavoro. Oramai, sono costretti a muoversi lungo l’Italia, ma anche all’estero, alla ricerca di uno o due mesi di lavoro. Non crediamo più alle parole di nessuno”.

“Non ci fidiamo più di nessuno”. Francesco Cacici, per anni dipendente di aziende dell’indotto Eni, ha espresso tutto il suo rammarico anche in aula consiliare, mentre il sindaco Domenico Messinese esponeva i contenuti della relazione annuale. “C’è ancora chi resiste grazie alla cassa integrazione che arriva dopo mesi di attesa oppure contando sullo stipendio delle mogli o di altri familiari – continua – sentire il sindaco e il suo vice che descrivono passi in avanti sul caso Eni diventa veramente offensivo. Per questa ragione, saranno gli operai dell’indotto, ma anche tanti disoccupati di questa città, a dare la sfiducia a Messinese e ai suoi assessori. Da mesi, chiediamo di sapere quale sorte ci attenda. Il lavoro in fabbrica è diventato un miraggio e molti fanno fatica anche a sostenere le spese quotidiane. Spero solo che possano arrivare risultati concreti, anche se sono molto pessimista. Oramai, è chiaro che la politica e il sindacato hanno dimostrato tutte le loro debolezze. Non sono riusciti a fare gli interessi di questa città. A giugno prossimo, saranno gli operai a sfiduciare il sindaco e tutti quei consiglieri che lo attaccano ma sarebbero pronti, pur di mantenere il posto in aula, a non votare alcuna sfiducia”. 

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