L’inchiesta antimafia “Inferis”, respinta la richiesta di libertà vigilata per Sebastiano Alfieri

 
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Gela. Coinvolto nel blitz antimafia “Inferis” e accusato di essere vicino al gruppo criminale capeggiato dallo zio, il boss Peppe Alferi.

Condannato per estorsione. Sebastiano Massimo Alfieri ha finito di scontare la condanna confermata di recente anche dai giudici della Corte di Cassazione. Adesso, è stata respinta la richiesta, arrivata dalla procura generale, di imporgli la libertà vigilata. Il quarantatreenne era già tornato in libertà. Venne condannato con l’accusa di aver imposto il pagamento di denaro ad un imprenditore edile locale. Il suo legale di fiducia, l’avvocato Murizio Scicolone, ha contestato la richiesta di imporgli una nuova misura di sorveglianza. Lo ha fatto davanti ai giudici del tribunale di Caltanissetta. Alla fine, gli stessi giudici nisseni hanno respinto la richiesta, per una serie di vizi formali. Alfieri, allo stato attuale, rimane libero.

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