Gela. La vicenda del pagamento dell’Ici sulle piattaforme di Eni potrebbe chiudersi anche prima di arrivare in giudizio, davanti alla Corte di Cassazione.
Le richieste di pagamento. Ai magistrati romani, infatti, si è rivolta l’amministrazione comunale per il tramite dell’avvocato Ferdinando D’Amario. Sul piatto, c’è un introito possibile per le casse del Comune di almeno tre milioni e mezzo di euro. Tanto dovrebbe versare il gruppo Eni per coprire i costi Ici dal 2003 al 2008, comprendendo quanto dovuto in relazione alle piattaforme del gruppo collocate lungo la costa. Sia la commissione tributaria provinciale di Caltanissetta sia quella regionale di Palermo, però, hanno accolto i ricorsi presentati dai legali di Eni ed Enimed, escludendone l’obbligo di versamento. Allo stato attuale, però, ci sarebbero trattative in corso per chiudere in via stragiudiziale l’intera vicenda. Da tempo, proprio i giudici della Corte di Cassazione stanno emettendo verdetti, su casi analoghi a quello del Comune di Gela, favorevoli proprio agli enti locali che hanno chiesto il pagamento dell’Ici sulle piattaforme collocate lungo le coste. Una delle ultime decisioni favorevoli, è quella emessa nel caso del comune abruzzese di Pineto. Per la giunta, con in testa il sindaco Domenico Messinese e l’assessore Fabrizio Morello, Eni deve pagare per le piattaforme presenti sulle coste locali. Proprio negli scorsi giorni, sindaco e assessore hanno partecipato ad un incontro organizzato dai vertici dell’Associazione nazionale dei comuni italiani, tutto incentrato sulla possibile riscossione delle imposte dovute dalle grandi multinazionali del settore estrattivo, titolari di piattaforme sulle coste. Già negli scorsi anni, la questione dei mancati introiti Ici dalle piattaforme Eni era stata sollevata dall’ex consigliere comunale Giacomo Gulizzi. Al momento, comunque, non ci sarà alcuna rinuncia al ricorso presentato in Cassazione dall’amministrazione comunale.