Gela. Un incontro improvvisato mentre l’assessore regionale al lavoro Gianluca Miccichè era impegnato nella visita ai locali dell’Ipab Aldisio di Caposoprano. “Eni deve fare chiarezza sulla ripresa produttiva”. Ad attenderlo, c’era una delegazione di operai dell’indotto Eni, molti dei quali aderenti al Movimento spontaneo lavoratori. In testa, i dipendenti di Smim, rimasti con un provvedimento di licenziamento in mano. Al centro delle richieste, la stasi legata agli ammortizzatori sociali da destinare ai dipendenti delle aziende escluse dal ciclo produttivo della fabbrica, in fase di riconversione. “Siamo riusciti ad ottenere lo storno del cinque percento dei fondi ministeriali che verranno distribuiti a giorni – ha detto l’assessore della giunta Crocetta – il problema, però, è il processo produttivo di Eni. Deve essere l’azienda a garantire che la produzione in fabbrica possa riattivarsi”. Insomma, poche certezze per gli operai dell’indotto, in attesa di novità da Palermo. Insieme a Miccichè, c’erano il neo capogruppo Udc in aula consiliare Giovanni Panebianco e il segretario cittadino Salvatore Incardona.
L’Ipab Aldisio è un’isola felice? Così, l’assessore regionale ha avuto modo di confrontarsi anche con il presidente del cda dell’Ipab, don Giovanni Tandurella. “La casa di ospitalità Aldisio è un’isola felice”, ha chiosato lo stesso Miccichè. Da alcuni anni, però, la casa di ospitalità deve fare i conti con ritardi enormi nel pagamento degli stipendi in favore dei dipendenti, tanto da mettere in vendita anche alcune proprietà immobiliari. Ritardi denunciati più volte dal sindacato. Intanto, sono stati inaugurati locali ristrutturati con fondi privati.