Gela. Un assalto armato per portare via un furgone carico di sigarette, per un valore di circa ventisettemila euro, soldi e telefoni. I giudici della Corte di Cassazione, dopo i verdetti già pronunciati
dai magistrati del tribunale locale e da quelli della Corte di appello di Caltanissetta, hanno confermato le condanne nei confronti degli ennesi Marco Gimmillaro e Riccardo Abati.
L’assalto per le sigarette. Tre anni di reclusione ciascuno, in continuazione con altre pronunce. Insieme ad alcuni complici, assaltarono il furgone praticamente all’ingresso della città. Il carico di sigarette, effettuato proprio a Gela, era destinato a Niscemi, dove l’esercente preso di mira gestisce la propria attività. Armati di fucile, fermarono il veicolo lungo un tratto della statale 115, portando via la refurtiva. In base alle indagini, avrebbero successivamente cercato di piazzare le sigarette rubate, contattando diversi operatori del settore, anche in città. Marco Gimmillaro avrebbe fatto parte del commando entrato in azione lungo la 115; Riccardo Abati, invece, si sarebbe adoperato per ripiazzare la merce e, inoltre, avrebbe partecipato ad un altro tentativo di rapina. Le indagini vennero coordinate dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. I due, insieme ai loro complici, vengono infatti considerati vicini ai gruppi mafiosi ennesi. I giudici di Cassazione, così, non hanno accolto i ricorsi presentati dai legali di fiducia, gli avvocati Antonio Impellizzeri e Carmelo Lombardo, che oltre a contestare la determinazione delle condanne hanno sempre messo in dubbio l’effettivo coinvolgimento dei loro assistiti. L’esercente preso di mira, invece, si è costituito parte civile. Le motivazione della sentenza sono state di recente pubblicate.