Gela. Una lunga serie di possibili conflitti d’interesse, mancati
controlli e verifiche sulle opere di urbanizzazione, ma anche prezzi d’acquisto ben superiori a quelli d’edilizia convenzionata.
Possibili conflitti d’interesse. Ci sarebbe tutto questo dietro al boom dei Peep che, negli scorsi anni, ha portato alla costruzione di interi complessi abitativi in diverse aree periferiche della città. Villette e tanti soldi che sono al centro di un nuovo esposto presentato, anche in procura, dal proprietario di uno dei terreni occupati per realizzare gli immobili. Nel lungo elaborato, Isidoro Picceri e i suoi legali passano in rassegna una serie di possibili irregolarità nella gestione delle procedure che hanno condotto alla costruzione di decine di villette, a cominciare da quelle di Modernopoli, ricadenti nel sistema Peep 1. Così, spunta l’ex assessore che, allo stesso tempo, svolgeva l’incarico di collaudatore statico di un edificio del piano, immobile progettato dal figlio e dal cognato, mentre era già progettista e direttore dei lavori delle opere di urbanizzazione del complesso abitativo. Non mancano approfondimenti sulle modalità degli espropri, diventati negli anni pesantissimi debiti fuori bilancio che incidono sulle casse del Comune. A pagare, fino ad oggi, è stato solo l’ente, senza che cooperative e associazioni di comprensorio abbiano versato quanto dovuto. Tra le pagine dell’esposto, si fa riferimento anche ad interessi di funzionari comunali, risultati essere soci nelle procedure di acquisto di immobili del piano Peep 1. Così come mancherebbero del tutto atti di variante da trasmettere agli uffici regionali. Picceri, che da anni segue le vicende dei piani d’edilizia economica e popolare, si è rivolto alla magistratura anche per contestare il mancato rilascio di documentazione da parte dei tecnici del municipio. Insomma, in base a quanto scritto, sarebbe ostacolato nella ricerca degli atti. L’elaborato è stato trasmesso anche all’amministrazione comunale e al presidente del consiglio Alessandra Ascia. Una lunghissima serie di presunte irregolarità, votate alla triade “casa, finanziamenti, lavoro”.