L'affare della marijuana a Feudo Nobile, un poliziotto parla in aula: due condanne in primo grado
Gela. Un’estesa piantagione di marijuana, scoperta in passato dai poliziotti in contrada Feudo Nobile. {module Sponsor}La maxi piantagione. Dopo le assoluzioni decise in primo grado, l’appello è st...

Gela.Un’estesa piantagione di marijuana, scoperta in passato
dai poliziotti in contrada Feudo Nobile.
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La maxi piantagione. Dopo le assoluzioni decise in primo grado, l’appello è stato proposto dai difensori di Mario Falcone e Rosario Giannone, gli unici due condannati a sette anni di reclusione ciascuno. Sia per i pm sia per i giudici del tribunale di Gela, entrambi avrebbero avuto un ruolo quasi decisivo nella gestione di un affare potenzialmente enorme, con una piantagione estesa lungo un’area da dodicimila metri quadrati.
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Davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, quando sembrava oramai vicino il verdetto, è stata riaperta l’istruttoria. I difensori, gli avvocati Salvo Macrì e Fabrizio Ferrara, hanno ottenuto l’esame di due agenti di polizia che parteciparono all’indagine “Pretium Sceleris”, servita proprio a bloccare quella piantagione. Per le difese, infatti, mancherebbe la certezza dell’identificazione degli imputati. Uno di poliziotti chiamato a testimoniare, però, ha confermato la presenza degli imputati in quell’area. Una valutazione che, stando alle difese, non sarebbe comunque decisiva a collegarli alla piantagione, dato che entrambi lavoravano nella zona, essendo proprietari di terreni. Un altro agente verrà sentito a fine gennaio.