Gela. Le indagini per arrestare Emanuele Brancato sono durate un anno e hanno permesso di scoprire la sua doppia vita. Per tutti gli spacciatori di cocaina era semplicemente Jimmy. Nella società, il 33enne, era un insospettabile noleggiatore di videogiochi con la passione per la bella vita. Fedina penale pulita e vita agiata. Le intercettazioni lo avevano incastrato alla guida di macchine di grossa cilindrata come una suv Bmw.
Negli ultimi due anni però non aveva dichiarato nulla. Secondo gli inquirenti i proventi della sua partita iva sono pari a zero. Quando i poliziotti della sezione investigativa hanno fatto irruzione nel suo appartamento sono stati investiti dallo sfarzo. Nel giardino aveva pure due cavalli. All’interno della cassaforte sono stati trovati ingenti capitali, ritenuti essere frutto dell’attività di spaccio di cocaina.
Un punto di forza che ha caratterizzato l’operazione “Samarcanda” condotta dalla Polizia di Gela e Niscemi e sfociata in cinque provvedimenti di arresto richiesti dai pm Antonio D’Antona ed Eugenia Belmonte, autorizzati dal gip Paolo Fiore. A conferma arriva da Lara Seccaccini, della Procura di Gela.
“Ritengo sia un ulteriore successo essere riusciti a porre in sequestro preventivo alcuni beni – spiega – ritenuti essere provento dell’attività illecita. L’attenzione posta con le forze dell’ordine è che il traffico di droga stia diventando un fenomeno sociale con la convinzione che possa garantire una forma economica di sostentamento”.
Secondo il dirigente del commissariato di Polizia, Francesco Marino, “le autorità giudiziarie di Gela e Caltanissetta stanno proseguendo le indagini – assicura – In una sola trasferta in Calabria Brancato aveva acquistato un chilo di cocaina per un controvalore di circa 38 mila euro. Si stima che il giro di affari illegale, in un anno, fosse di circa 250 mila euro. Dati da prendere con le pinze. Di certo, la sinergia tra la Polizia di Gela e Niscemi ha permesso di sgominare, in appena un anno, un traffico ingente di cocaina”.