Gela. Ci sono l’ex sindaco Domenico Messinese, gli allora assessori al ramo e attuali funzionari del municipio. L’accusa principale che gli viene mossa dai pm della procura è di abuso d’ufficio. Ci sarebbero state irregolarità nel rilascio delle autorizzazioni per l’uso dello stadio “Vincenzo Presti”, che il Gela Calcio ebbe a disposizione per disputare l’intera stagione 2017-2018, ottenendo introiti dagli incassi. L’impianto sportivo sarebbe rimasto aperto al pubblico e fruibile per gli incontri della stagione agonistica, pur non avendone i requisiti. Presunte irregolarità amministrative, che il prossimo novembre porteranno davanti al gup del tribunale non solo Messinese ma anche gli ex assessori Rocco D’Arma, Giovambattista Mauro e Maurizio Melfa. L’udienza è stata fissata inoltre per Carmelo Campisi, Maurizio Tranchina, Antonino Serio, Davide Riccelli, Guido Catalano, Raffaele Greco, Francesco Turco, Giuseppe Piva, Alberto Cilia e Raffaella Galanti. Il sostituto procuratore Federica Scuderi ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio. Sono in totale quindici i coinvolti, compresi funzionari dell’Asp e vertici del comando provinciale dei vigili del fuoco, che avrebbero avallato l’agibilità dell’impianto, di tribune e gradinata, pur in assenza dei requisiti, almeno così ritengono i pm della procura.
Tra gli episodi ricostruiti, l’affidamento diretto dell’incarico per il rilascio del certificato di idoneità statica, assegnato ad un professionista locale, ma senza che ci fosse l’urgenza necessaria per attuare la procedura. Tutte accuse che verranno valutate dal giudice dell’udienza preliminare e che gli imputati hanno respinto in fase di indagine. L’impianto non è attualmente fruibile al pubblico, in attesa che i lavori si concludano, dopo diversi anni. I coinvolti sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Elio Lembati, Rita Calò, Rocco La Placa, Michele Aliotta, Angelo Cafà, Giuseppe D’Aleo, Luisa Scerra, Antonio Gagliano, Salvatore Ciaramella, Salvatore Psaila, Gaetano D’Arma e Venere Salafia.