Ipab, difese Tandurella e Bennici respingono accuse: a ottobre possibile decisione
Per la procura, come ribadito nel corso dell'udienza preliminare dal pm Luigi Lo Valvo, ci sarebbe stato un presunto accordo illecito finalizzato al trasferimento di servizi e strutture dell'Ipab (ente pubblico) alla società privata "La Fenice"

Gela.Il prossimo ottobre potrebbe arrivare la decisione del gup Berenato rispetto alle posizioni degli imputati, coinvolti nell'inchiesta sull'Ipab "Aldisio", concentrata intorno al periodo della presidenza del cda di don Giovanni Tandurella. Questa mattina, le difese del sacerdote (sul quale si concentrano le contestazioni maggiori), rappresentato dal legale Giovanna Zappulla, e dell'ex consigliere comunale e attuale dirigente di Fratelli d'Italia Sandra Bennici, difesa dall'avvocato Flavio Sinatra, hanno esposto le rispettive conclusioni. Gli addebiti, pesanti, compreso quello di corruzione, sono stati respinti. Per la procura, come ribadito nel corso dell'udienza preliminare dal pm Luigi Lo Valvo, ci sarebbe stato un presunto accordo illecito finalizzato al trasferimento di servizi e strutture dell'Ipab (ente pubblico) alla società privata "La Fenice", che portò avanti la propria attività per diversi mesi, fino all'annullamento di tutti gli atti disposto dal commissario regionale Lucisano. Un passaggio che stando alle indagini sarebbe stato favorito da presunte ipotesi corruttive. Nei confronti di don Tandurella vengono indicate inoltre acquisizioni di denaro, frutto di donazioni degli ospiti e dei loro familiari. Fondi che il sacerdote, secondo gli inquirenti, avrebbe dirottato per finalità personali. La procura, per le loro posizioni, ha già chiesto il rinvio a giudizio. Stessa conclusione anche per l'ingegnere Renato Mauro (difeso dal legale Giacomo Ventura), responsabile della società "La Fenice", e per l'altro ex consigliere comunale Salvatore Scerra (rappresentato dall'avvocato Valentina Lo Porto), lo scorso anno candidato a sindaco. Condanne, fino a due anni, sono state indicate dal pm per ulteriori imputati, che hanno scelto il giudizio abbreviato. Si tratta del notaio Andrea Bartoli e ancora di Giovanni Tirrito, Rosario Moscato, Anna Rita Tandurella, Benedetto Decaro, Giovanni Decaro, Denny Decaro, Matteo Vella, Francesca Mendola e Maria Palumbo. Nel giudizio c’è la società “La Fenice”. Tutti i difensori si sono opposti, escludendo anomalie o irregolarità nell'operato dei loro assistiti. Gli avvocati Liliana Bellardita e Giuseppe Fiorenza rappresentano le parti civili, soprattutto ospiti dell’Ipab e loro familiari. Hanno sostenuto la linea esposta dalla procura. Tra i legali di difesa, gli avvocati Filippo Spina, Francesco Incardona, Elio Lembati e Maria Alba Nicotra ed Enrico Trantino.