Gela. Ha appena ricevuto la riconferma dal governo e Claudio Descalzi continuerà a guidare Eni, come amministratore delegato. L’emergenza sanitaria in atto ha comportato una rivisitazione degli investimenti e anche nei siti locali si attende la ripresa a pieno regime. La green refinery è in marcia ormai da diversi mesi. L’amministratore delegato ha rilasciato un’intervista a “La Stampa”. Ha spiegato che gli investimenti previsti in Italia saranno confermati. “In Italia prevediamo un impiego complessivo di risorse, spese e investimenti, per 20 miliardi in quattro anni – ha detto – li confermo e spero, anzi, di poterli implementare”. Le segreterie provinciali del settore industria di Filctem, Femca e Uiltec hanno da poco chiesto un incontro ai manager locali del cane a sei zampe, così da avere aggiornamenti sul cronoprogramma di investimenti considerati prioritari, a partire dalla base gas del progetto “Argo-Cassiopea” e dall’impianto Btu della green refinery. Per giungere ad un via libera definitivo sulla base gas è stata necessaria una lunga trafila e i sindacati guardano al progetto come punto di riferimento, anche occupazionale. E’ l’investimento finanziariamente più importante previsto nel protocollo di intesa del 2014. Descalzi, intervistato da “La Stampa”, fa capire che il sito locale continua ad essere importante per l’azienda. “Abbiamo i progetti relativi allo stoccaggio della Co2 e al cosiddetto waste to fuel, la trasformazione dei rifiuti organici in olio combustibile bio e acqua, oltre alle nostre bio-raffinerie di Venezia e Gela – ha detto ancora – abbiamo inoltre una piattaforma di produzione e distribuzione di prodotti retail (carburanti, gas ed elettrico) destinata alla progressiva trasformazione green”.
Nell’ultima settimana, in città si è aperto l’ennesimo dibattito sui fondi che arrivano dagli accordi con la multinazionale, questa volta con l’intenzione di usarli per affrontare la crisi successiva alla fase più acuta dell’emergenza Covid. Il gruppo di “Una Buona Idea”, che fa riferimento al vicesindaco Terenziano Di Stefano, punta su una parte dei 32 milioni di euro delle compensazioni, anche se la proposta non ha ancora l’avallo definitivo del sindaco Lucio Greco. Sindacati e organizzazioni datoriali, in un primo tempo, avevano invece proposto di impiegare le royalties estrattive che annualmente Palazzo di Città incassa dalla multinazionale. Fuori dal municipio, invece, è stata avanzata l’ipotesi dei fondi incassati dalla Regione per le compensazioni minerarie, sempre comunque riconducibili al cane a sei zampe.