Investimenti, Di Stefano non vuole tabù: "Discutiamo del futuro, pronto anche a valutare fusione pulita"
Proprio Eni, tra le altre multinazionali, sta concentrando risorse sulla fusione per l'energia. Il sindaco pare risoluto sul fatto che si debba muovere un passo in più, senza farsi trattenere da visioni ideologiche
Gela. Gli ultimi mesi del 2025 saranno quelli di un consistente passaggio, non certo scontato né da dietro le quinte, per un'amministrazione comunale che sta cercando di chiudere prima possibile il bilancio stabilmente riequilibrato. Questi, come abbiamo riferito, sono giorni probabilmente decisivi. Il sindaco Terenziano Di Stefano, inoltre, qualche riflessione più strettamente politica e di strategia la farà, magari con il bilancio approvato e senza troppi pesi sulle spalle. Il primo cittadino e i suoi alleati non possono trascendere una visione pratica della città e dei flussi economici e di investimento. E' inevitabile che si focalizzi spesso l'attenzione su Eni e su ciò che la multinazionale vorrà fare nel sito locale. I dem, alleati del sindaco, stanno lavorando a una richiesta di consiglio comunale monotematico, al fine di avere un quadro chiaro sugli investimenti dell'azienda, per prevenire un'eventuale emorragia di posti di lavoro, anzitutto nell'indotto. Il sindaco e il management di Eni, in questo scorcio temporale, non hanno mancato di dialogare su interventi precisi, coperti con i fondi delle compensazioni, “Macchitella lab” su tutti. Di Stefano sembra piuttosto convinto che davanti al capitolo investimenti e futuro per il tessuto cittadino, bisognerà non avere i “paraocchi”. Il tema diventa ovviamente pure politico. “Sviluppo, ricerca e innovazione sono ambiti che stanno evolvendo – sottolinea il sindaco – spesso, sulle attività estrattive si crea un tira e molla, tra favorevoli e contrari. Sul territorio, ci sono progetti importanti in essere. Si generano situazioni di attesa per le autorizzazioni. Sono scenari che conosciamo molto bene. Le bonifiche, pur se a ritmo non serrato, comunque vanno avanti e ci sono tavoli a più livelli. La raffinazione, diciamolo chiaramente, è finita. Nel sito locale, Eni, al massimo, potrà assicurare i livelli attuali, magari con qualche innesto in più durante le fermate per le manutenzioni”. Il sindaco pare risoluto sul fatto che si debba muovere un passo in più, senza farsi trattenere da visioni ideologiche. “Il monotematico sugli investimenti? Ben venga – precisa richiamando l'iniziativa dei consiglieri Pd – se servirà ad aprire un confronto schietto. L'obiettivo deve essere creare un tavolo di concertazione, con sindacati, Sicindustria ed Eni, così da valutare insieme i pro e i contro per il territorio”. Su questa scia, Di Stefano non esclude neppure il filone della ricerca sul nucleare pulito. “Le attività estrattive avranno un tempo e non sono infinite – aggiunge – le aree dismesse possono essere attrattive ma non ci sono incentivi tali da portare investimenti di un certo spessore occupazionale. Si rischia invece che il territorio venga ricoperto da pale eoliche e pannelli fotovoltaici, senza alcun ritorno non solo per l'ente comunale ma pure per il tessuto economico. Quello della fusione pulita è un ambito tutto da sviluppare che potrebbe assicurare produzione e occupazione. Il territorio è pronto? E' un tema che io sono disposto ad affrontare, insieme a tutto il resto. La fusione, per la produzione di energia, è un contesto di ricerca e sviluppo sul quale c'è molta attenzione. Qualche anno fa ci siamo fatti sfuggire un investimento importante, perché a qualcuno è sembrato che volessero realizzare inceneritori. Oggi, saranno costruiti a Palermo e Catania e probabilmente tra qualche anno noi stessi trasporteremo i rifiuti in quei siti, a costi maggiori”. Proprio Eni, tra le altre multinazionali, sta concentrando risorse sulla fusione per l'energia e il sindaco non pare intenzionato a ritenerla un tabù.
In foto Di Stefano durante una seduta di consiglio comunale
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