Gela. La banca gli ha tolto tutto anche la casa. Sul conto corrente della sua impresa, in soli cinque anni, sono stati accertati interessi ultra legali, anatocismo ed usura pari a ventimila euro.
Gli istituti di riscossione crediti, dopo il suo fallimento, hanno completato la disfatta della piccola impresa edile, pignorandogli ruspe, camion e attrezzature da lavoro. Adesso l’imprenditore ha consegnato un dossier sulle movimentazioni di conto corrente e dei mutui richiesti direttamente a Fabio Vento, consulente della “Una srl”, società specializzata in perizie econometriche. “E’ stato trascinato al fallimento da un istituto di credito locale che potrebbe avergli sottratto illecitamente anche ottantamila euro in venti anni di rapporto bancario – ammette Fabio Vento – Una prima analisi, riferita alle sole movimentazioni di conto corrente dell’ultimo quinquennio, ha confermato che sono stati sottratti illegalmente ventimila euro”.
Il debito che ha costretto al fallimento l’imprenditore edile non supera i centomila euro. “Oltre al conto corrente verificheremo i piano di ammortamento dei mutui e leasing sottoscritti dall’imprenditore – precisa il consulente della Una srl – Ne aveva almeno tre. sono emersi interessi ultra legali, anatocismo e usura. Siamo in attesa di estendere la verifica a tutti gli anni di rapporto bancario per definire nel dettaglio eventuali ulteriori somme indebitamente sottratte dalla banca”. La vicenda legata al fallimento dell’impresa edile rischia di sfociare per le vie legali. “Dopo una prima perizia avvieremo una transazione di conciliazione con la banca – conclude Vento – Naturalmente, siamo pronti ad adire alle vie legali. Il fenomeno dell’anatocismo in città è particolarmente diffuso”.