Gela. Trentacinque operai già in cassa integrazione e i conti che tardano a quadrare. Per questa ragione, ieri mattina, i lavoratori dell’Elettroclima si sono radunati nella zona d’ingresso
della fabbrica Eni, in attesa di novità dopo un incontro fra i segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm e i responsabili dell’azienda elettrostrumentale.
Il timore principale riguarda l’assenza di nuove commesse di lavoro. La cassa integrazione straordinaria scadrà ad ottobre. I segretari sindacali Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese hanno cercato di gettare acqua su un fuoco decisamente intenso.
Oltre all’incertezza sui prossimi mesi, non mancano gli interrogativi riguardanti la scissione in due società: l’Elettroclima snc e l’Elettroclima srl.
“A questo punto – dicono alcuni dei lavoratori dell’azienda – non sappiamo proprio come comportarci. Abbiamo seriamente paura che questa cassa integrazione possa essere soltanto il primo passo verso il licenziamento”. Attualmente, sono settanta i dipendenti dell’Elettroclima snc. I dirigenti della società, però, cercano di respingere ogni polemica.
“E’ molto semplice – spiega il responsabile del personale Giuseppe Verdone – nel settembre di un anno fa, il gruppo è andato incontro ad una cessione di ramo d’azienda. Così, si è costituita l’Elettroclima srl che, voglio precisarlo, si occupa di un settore specialistico e, per questa ragione, ha assorbito circa diciotto lavoratori altamente qualificati. Tutto secondo legge e senza voler escludere nessuno. Peraltro, stiamo provvedendo a coprire i pagamenti arretrati. Gli unici problemi, che contiamo immediatamente di superare, riguardano i tfr”.
Le difficoltà, soprattutto sul piano degli incassi, sono legati ad un calo di commesse che l’azienda pensa di poter superare entro, al massimo, i prossimi mesi.
La tensione, però, è già molto alta e, nelle prossime ore, non sono da escludere nuove forme di protesta.