Indotto, due operai davanti ai tornelli dopo aver perso il lavoro: le proteste di Cirignotta e Caltagirone

Sono due gli operai che hanno voluto rendere pubblica la loro difficoltà di andare avanti senza un lavoro

A cura di Rosario Cauchi
24 luglio 2025 18:11
Indotto, due operai davanti ai tornelli dopo aver perso il lavoro: le proteste di Cirignotta e Caltagirone -
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Gela.  Nonostante le temperature torride, l'esigenza di lavoro si fa pressante per chi l'ha perso, dopo anni di attività nel sito locale di Eni. Ieri, abbiamo riferito dell'iniziativa del cinquantaseienne Giacomo Cirignotta, già alle dipendenze di Turco Costruzioni e da ultimo tra le file della società Dng. Il suo contratto non è stato rinnovato e si trova senza lavoro, ormai da aprile, e con una famiglia a carico. Questa mattina, ha nuovamente raggiunto l'ingresso di raffineria, nel tentativo di dare visibilità alla sua protesta, del tutto pacifica. "Non mollo, fino a quando non ci sarà una possibilità per chi, come me, è nell'indotto storico", dice Cirignotta, disposto a incontrare le istituzioni locali. Sempre questa mattina, davanti ai tornelli della bioraffineria, ha voluto manifestare il suo disagio, per il lavoro perso, un altro operaio, da anni nell'indotto locale, Giuseppe Caltagirone, a sua volta passato dalla Turco costruzioni e di recente assunto, a tempo determinato, dalla Rcn. Il contratto è scaduto e non c'è stato alcun rinnovo. Anche lui si trova a fronteggiare tutti gli incovenienti del lavoro che non c'è, nonostante le incombenze quotidiane. Nello stabilimento di contrada Piana del Signore fin dal 2005, oggi è con niente in mano. Quello dell'indotto è un contesto che probabilmente le istituzioni dovranno vagliare con attenzione. Occorrono investimenti per assicurare occupazione e forme di tutela maggiori.

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