Gela. Un’ulteriore proroga delle indagini già avviate sui presunti abusi legati all’accreditamento e alla gestione della Residenza sanitaria assistita Caposoprano.
Una proroga nelle indagini. La richiesta, nelle scorse settimane, è stata formulata dai magistrati della procura che stanno seguendo l’intera vicenda. Le indagini, quindi, proseguiranno dopo la conclusione del termine canonico. La richiesta della procura è stata accolta dal gip. La comunicazione della richiesta di proroga delle indagini è stata notificata anche ai difensori degli indagati: si tratta di responsabili della stessa Rsa e dalla società controllante Sst srl, di funzionari dell’Asp e di Palazzo di Città. I magistrati ipotizzano l’abuso d’ufficio, la concussione, il falso e la truffa in danno degli enti pubblici.
Le accuse contestate. Gli accertamenti si sono concentrati non solo sull’idoneità dell’immobile che ospita la Rsa Caposoprano ma anche sulle modalità d’accreditamento regionale. Gli agenti di polizia del commissariato e i militari della guardia di finanza entrarono all’interno della residenza sanitaria lo scorso novembre. Vennero sequestrati atti, documenti e file. Perquisizioni furono condotte anche tra gli uffici dell’Asp e in quelli del municipio oltre che nelle abitazioni dei responsabili della struttura. I magistrati della procura, quindi, hanno ritenuto necessario compiere nuovi approfondimenti.
La vertenza sindacale. Intanto, nel pomeriggio, sindacalisti e operatori della Rsa verranno ricevuti dal prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta. L’Asp ha scelto di bloccare i pagamenti alla Rsa Caposoprano e, di conseguenza, i lavoratori non riescono a ricevere gli stipendi. La convocazione ovviamente non ha nulla a che fare con l’inchiesta giudiziaria ma ottempera ad un obbligo di legge secondo cui la prefettura deve convocare entro 5 giorni dalla richiesta dei sindacati le parti.
