Gela. Venne coinvolto in un’indagine che toccò una società, con base a Milano. Dagli accertamenti, emerse che il legale rappresentante era un giovane gelese, accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato. Il gup del tribunale di Parma lo ha condannato ad un anno di reclusione, con pena sospesa. L’inchiesta partì proprio da Parma, mentre gli inquirenti emiliani erano al contempo impegnati a sviluppare la maxi indagine “Work in progress”, che toccò altre aziende riferibili, tra gli altri, ad imprenditori gelesi, trapiantati nel nord Italia. La difesa dell’imputato gelese, sostenuta dall’avvocato Marina Di Dio, è riuscita ad ottenere una riqualificazione della contestazione più grave. Il giudice dell’udienza preliminare ha accolto la linea difensiva e alla fine la condanna è arrivata per la contestazione di indebita compensazione. E’ stata esclusa la truffa aggravata. In abbreviato, davanti al gup di Parma, la condanna è stata inoltre pronunciata per altri due imputati, sempre collegati alla società verificata dagli inquirenti.
Un anno e due mesi di detenzione. E’ stata questa la decisione emessa nei confronti degli altri coinvolti.