Indagine su patrimonio di un commercialista, difesa: “Beni da dissequestrare…nessuna sproporzione”

 
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Gela. Ha risposto punto per punto a tutte le contestazioni che vengono mosse dai magistrati e dalla Dia di Caltanissetta, che negli scorsi giorni hanno portato ad eseguire un provvedimento di sequestro da circa quattro milioni di euro su beni riconducibili al commercialista Salvatore Cascino. La difesa del professionista, sostenuta dall’avvocato Rocco Bruzzese, ha prodotto una notevole mole di documenti contabili e fiscali. Per il legale, non ci sarebbe alcuna sproporzione tra i redditi del professionista gelese, che ormai da tempo vive a Piazza Armerina, e i beni finiti sotto sequestro, compreso un vasto immobile, usato come attività di ristorazione e riserva di caccia, proprio nella città dell’ennese. Tra i documenti prodotti, i dati emersi durante precedenti controlli effettuati dalla guardia di finanza e dai funzionari dell’Agenzia delle entrate. Nel corso dell’udienza, tenutasi davanti ai giudici delle misure di prevenzione di Caltanissetta, è stata sostanzialmente ripercorsa l’intera vita professionale di Cascino, con l’obiettivo di provare l’assenza di sproporzioni finanziarie. Il legale ha anche spiegato che il quarantasettenne non è mai stato vicino ad organizzazioni criminali, come indicato dai magistrati del tribunale di Brescia, che in passato gli hanno concesso l’affidamento ai servizi sociali, sulla base dell’assenza di qualsiasi pericolosità sociale.

Presunte anomalie escluse anche dalla difesa della consorte di Cascino, sostenuta dal legale Maurizio Scicolone. Gli approfondimenti investigativi hanno portato a verificare la sua posizione economica. L’attività avviata a Piazza Armerina sta proseguendo regolarmente e le difese, dopo aver esposto e analizzato tutti i dati finanziari, hanno chiesto il dissequestro dei beni. I giudici nisseni decideranno alla prossima udienza, fissata per fine giugno.

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