Gela. Il segretario generale Carolina Ferro, di recente, è stata piuttosto chiara nel riferire, sulla base di una sua disamina, che non ci sarebbero condizioni per individuare un’incompatibilità dell’ingegnere Grazia Cosentino, candidato a sindaco sconfitto al ballottaggio dall’attuale primo cittadino Terenziano Di Stefano e ora in consiglio comunale. Il laboratorio politico “PeR”, fin dall’esordio dell’assise civica, ha però perorato la propria causa, ritenendo anzitutto che il seggio tocchi all’avvocato Paolo Cafà, il più suffragato in assoluto alle amministrative nella lista “Progressisti e rinnovatori”. Inoltre, gli esponenti del gruppo che si rivede nell’ex parlamentare Miguel Donegani ritengono che il ruolo di Cosentino in Impianti Srr, la società che gestisce il servizio rifiuti, non sia compatibile con quello di consigliere. Il ricorso è stato formalizzato davanti al tribunale ordinario, in sede civile, facendo riferimento all’articolo 70 del Testo unico degli enti locali e alla legge regionale 31 del 1986. Si procederà con rito semplificato, sulla base della legge Cartabia.
I dirigenti del laboratorio politico, ad iniziare da Donegani, hanno sempre spiegato di non avere nulla contro l’ingegnere Cosentino ma di voler comunque far prevalere quelli che ritengono i dettami normativi che escluderebbero la compatibilità tra il ruolo in Impianti, in house partecipata dal Comune di Gela e dagli altri enti dell’ambito, e la presenza all’assemblea cittadina. “Il ricorso è stato avanzato per il riconoscimento dell’incompatibilità sulla base della legge”, fanno sapere dal laboratorio. Cosentino ha già anticipato che si difenderà nelle sedi opportune, anche rispetto al contenuto dell’azione giudiziaria.