Inchiesta sponsorizzazioni “Heraclea”, condanna ad Invincibile: “Pena da rideterminare”

 
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Gela. Dovranno essere ancora i giudici della Corte d’appello militare di Roma a pronunciarsi sull’entità della pena imposta al finanziere Mario Invincibile, in passato coinvolto nell’inchiesta sulle sponsorizzazioni dell’Heraclea Volley, società sportiva locale, che secondo gli investigatori sarebbe stata utilizzata da diversi imprenditori per ottenere consistenti detrazioni fiscali, attraverso lo schermo di sponsorizzazioni, considerate solo di facciata. Invincibile fu tra i vertici della società pallavolistica e secondo gli investigatori sarebbe stato del tutto consapevole delle irregolarità gestionali e tributarie. I fatti ricostruiti toccarono un periodo, fino al 2014. E’ stato assolto solo per un capo di imputazione. Altri coinvolti sono attualmente a processo, davanti ai giudici del tribunale di Gela, mentre la Corte d’appello di Caltanissetta ha confermato due condanne, già disposte dal gup, in abbreviato. Invincibile, nel procedimento davanti alle autorità giudiziarie militari, sia in primo che in secondo grado, è stato condannato a tre anni, con la rimozione del grado. La difesa ha impugnato in Cassazione. Sono stati respinti i motivi di ricorso, incentrati sui fatti contestati al militare. Anche per i magistrati di Cassazione, sono da confermare le responsabilità rispetto alle violazioni tributarie e fiscali. Però, l’entità della condanna imposta ad Invicibile non è stata ritenuta congrua. La difesa ha parlato di una pena sproporzionata rispetto all’entità delle accuse. Nelle motivazioni pubblicate dalla Cassazione, viene disposto l’annullamento della sentenza di appello, solo sul punto della determinazione della pena, che verrà valutata ancora dalla Corte d’appello militare di Roma. Gli stessi finanzieri e i magistrati della procura di Gela avviarono verifiche sui conti dell’Heraclea, ritenendo anomala quella massa di sponsorizzazioni, concentrata su una società che comunque disputò campionati femminili di volley, senza mai andare oltre la serie B. Per gli inquirenti, imprenditori ed esercenti scelsero lo schema delle sponsorizzazioni solo per ottenere detrazioni fiscali, ma addirittura con la sistematica restituzione delle somme che sarebbero state fittiziamente trasferite sui conti della compagine pallavolistica.

Il finanziere ha sempre respinto le accuse, sostenendo che la gestione fu improntata al rispetto della normativa. Nel procedimento, si è costituito parte civile il Ministero dell’economia e delle finanze. Durante le verifiche, sono emerse cifre consistenti, anche fino a seicentomila euro di fatture per operazioni considerate inesistenti.

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