Gela. L’inizio dell’udienza preliminare, scaturita dall’inchiesta sulla destinazione dei fondi delle royalties estrattive, slitta al prossimo gennaio. Verranno effettuate notifiche a tutti gli imputati a seguito di un difetto confermato in udienza, davanti al gup. L’inchiesta ha avuto come base essenziale i risultati dei documenti finanziari del municipio negli esercizi dal 2015 e fino al 2019. Gli accertamenti si concentrarono su un presunto mancato rispetto del vincolo di destinazione dei fondi delle royalties. Secondo gli inquirenti, sarebbero stati usati per “la spesa corrente” e “a copertura di rilevanti debiti fuori bilancio”. Sotto esame sono finiti i rendiconti approvati per gli esercizi finanziari dal 2015 e fino al 2019. Il tema, ancora oggi, è al centro del dibattito politico e istituzionale. L’Ars ha rilasciato una norma in tal senso che esenta dal rispetto della destinazione fissata dalla disciplina in materia, soprattutto per enti in crisi finanziaria come quello locale. Le contestazioni vengono mosse all’attuale sindaco Lucio Greco, al suo predecessore Domenico Messinese e all’ex commissario Rosario Arena. Ci sono anche gli ex assessori che si occuparono del settore bilancio e di quello dell’ambiente, Fabrizio Morello, Grazia Robilatte e Danilo Giordano. Accuse all’ex dirigente del settore finanziario Alberto Depetro che lasciò Palazzo di Città sul finire dello scorso anno quando iniziava a maturare una crisi oggi decisamente pesante.
Tra gli imputati pure i professionisti che negli anni ricoprirono incarichi nel collegio dei revisori dell’ente comunale. Per la procura, avrebbero avallato il mancato rispetto “del vincolo di destinazione delle royalties”. Si tratta di Maria Assunta Cattuto, Graziano Ponzio, Salvatore Corso, Carmela Ficara, Giuseppe Nicoletti e Pietro Gioviale. Dagli accertamenti condotti dai pm della procura e dai militari della guardia di finanza sarebbe risultato un presunto “falso rispetto del patto di stabilità interno da parte del Comune”. Operazioni contabili che per gli investigatori avrebbero falsato “la veridicità e l’attendibilità delle risultanze contabili dell’ente”. I tredici imputati, che respingono gli addebiti mossi, sono rappresentati dagli avvocati Flavio Sinatra, Antonio Gagliano, Salvo Macrì, Gualtiero Cataldo, Maria Platania, Venere Salafia, Sandra Amarù e Antonio Palmieri.