Gela. Gli imprenditori della società campana Tekra, che ancora oggi gestisce in proroga il servizio rifiuti in città, alcuni tecnici dell’azienda e due funzionari comunali, devono andare a processo. La procura aveva già formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio e l’ha fatto anche davanti al gup. L’inchiesta si sviluppò intorno all’uso di un’area che per un certo periodo di tempo l’azienda campana cercò di adibire a Centro comunale di raccolta. Dalle verifiche condotte, sarebbero emerse delle irregolarità. Tra le accuse mosse ai coinvolti, la frode in pubbliche forniture e la gestione non autorizzata di rifiuti. Gli accertamenti riguardarono somme che il municipio riconosce all’azienda per l’area, che non sarebbe mai stata veramente adeguata ai parametri previsti. Ad oggi, manca un Ccr comunale. Anche su questo fanno leva le difese degli imputati. I legali sono certi che non ci siano i presupposti per la presunta frode, dato che le somme venivano riconosciute proprio per un’area che comunque era destinata a Centro di raccolta, in mancanza di alternative. Da almeno due anni, la Regione ha autorizzato un finanziamento da circa un milione di euro per il nuovo Ccr che dovrebbe sorgere a Macchitella. I lavori non sono iniziati.
Gli imprenditori e i tecnici di Tekra (assistiti dall’avvocato Sinuhe Curcuraci) e i funzionari comunali Valter Cosentino (difeso dall’avvocato Flavio Sinatra) e Roberto Capizzello (con il legale Giacomo Ventura), respingono gli addebiti. I difensori hanno prodotto documentazione e atti. Saranno valutati dal gup che dovrebbe decidere a maggio. Mentre l’inchiesta era in corso, la Cassazione si pronunciò sul sequestro dell’area, richiesto dai pm. Il ricorso della procura non fu accolto, confermando le decisioni precedenti sia del gip che del tribunale del riesame di Caltanissetta. I giudici romani conclusero ribadendo che il sequestro si sarebbe rivelato “spropositato”.