Gela. Nuovamente davanti ai giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta. Questa mattina, le difese degli imprenditori Salvatore Luca, Rocco Luca e Francesco Luca, coinvolti nell’inchiesta “Camaleonte”, erano chiamate a ridiscutere le posizioni dei tre, dopo l’annullamento deciso dai giudici della Corte di Cassazione. I magistrati romani hanno fondato la loro decisione, con rinvio al tribunale nisseno, esclusivamente sul fatto che non ci sarebbe stata la trasmissione al gip di memorie difensive, ritenute molto importanti dai legali degli indagati. I pm della Dda nissena non avrebbero provveduto. Le difese l’hanno dettagliatamente motivato nel loro ricorso in Cassazione, ottenendo il rinvio al riesame. Ai giudici romani si erano rivolti anche i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, convinti invece che i Luca debbano essere sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere, revocatagli negli scorsi mesi. Attualmente, sono sotto divieto di dimora nelle provincie di Caltanissetta e Ragusa, dove hanno sede legale le società del loro gruppo imprenditoriale. Secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbero avuto rapporti costanti con i clan gelesi, catanesi e vittoriesi, mettendo a disposizione la liquidità delle società di famiglia, attive nei settori della vendita di automobili e nell’immobiliare.
Gran parte della rete aziendale è stata sottoposta a sequestro. Come emerso nelle motivazioni della Corte di Cassazione, la mancata trasmissione delle memorie al gip sarebbe da collocare nella fase di riapertura del filone d’indagine, che poi ha portato agli arresti.