"Inceneritore è una vergogna", Di Cristina: "Difendiamo la città e basta trasformismi"
Gela. L’avviso, anche politico, non lascia troppi spazi all’interpretazione. “Se io e il Pd dovessimo vincere le elezioni regionali, l’inceneritore non si farà mai”. Il segretario provinciale dem Pepp...
Gela. L’avviso, anche politico, non lascia troppi spazi all’interpretazione. “Se io e il Pd dovessimo vincere le elezioni regionali, l’inceneritore non si farà mai”. Il segretario provinciale dem Peppe Di Cristina mette subito la staffa, partendo dal tanto contestato “termovalorizzatore”, così l’ha definito il presidente della Regione Nello Musumeci, in realtà smentito dai manager delle aziende che hanno predisposto il progetto e che invece parlano di un impianto “sostenibile” e che nulla ha da spartire con un inceneritore. Indirettamente, Di Cristina fa capire che la candidatura all’Ars l’ha di fatto già accettata, anche se l’ufficialità arriverà con i tempi della “burocrazia” di partito. “Se questo inceneritore è un’occasione di sviluppo e non produce impatti ambientali, come dice qualcuno – aggiunge – non capisco perché non venga realizzato a Palermo. E’ vergognoso che si preferisca concentrare i rifiuti della Sicilia occidentale in un territorio che già con Timpazzo sta ricevendo quelli della Sicilia orientale. Nessuno pensa che anche il viaggio dei compattatori sarà impattante al massimo? Magari, transiteranno direttamente da via Venezia, se si dovessero perdere i fondi della tangenziale. Noi lo impediremo. E’ assurdo che la città debba sostenere il peso dell’intera emergenza rifiuti regionale. La si vuole veramente trasformare nella pattumiera dell’intera isola. Non possono esserci posizioni ibride. Chi è a favore del progetto, lo dica pubblicamente. Noi siamo contrari. Spero che nessuno richiami la scelta del Comune di Roma, che non ha una discarica come Timpazzo, che senza i conferimenti ulteriori potrebbe avere una vita di almeno tredici anni. A Roma, inoltre, l’impianto è previsto direttamente nelle aree del territorio cittadino e non certo a Latina o in altre città. Se l’emergenza rifiuti si concentra nell’area del palermitano, dove la differenziata è al tredici per cento, l’inceneritore dovrebbe sorgere in quella zona e non altrove. Ci sono dati preoccupanti per l’ambiente e per la salute dei cittadini e l’inceneritore andrebbe solo ad aggravare la situazione. Questo territorio va risanato e bisogna dargli vere speranze e non affossarlo sotto i rifiuti di tutta la Sicilia”. Il segretario dem conferma la posizione del partito provinciale, di quello regionale (che si è espresso contro il progetto attraverso il segretario Anthony Barbagallo) e del gruppo cittadino. Il no ad un inceneritore in città è netto. Di Cristina, intanto, conferma che la scelta ricaduta su di lui per la corsa alle regionali, in attesa dell’ultimo sì (il suo), porta ad un rilancio di un programma politico, che avrà la base nel gruppo locale e nell’azione da concretizzare in uno spazio temporale che porterà alle urne del prossimo autunno. “Io vedo molti solisti in giro e nessun Maradona – aggiunge – credo molto nel valore di una squadra che condivida gli intenti. Sto costruendo una squadra che difenda veramente la città, senza l’inganno del paese dei balocchi. Sono convinto che le prossime regionali passeranno quasi esclusivamente dai partiti e noi siamo pronti alla sfida. Noi abbiamo il coraggio di prendere posizioni nette contro l’inceneritore e contro i definanziamenti, solo per fare alcuni esempi. Gli altri, invece?”. Fuori dal Pd, c’è chi fa notare che la linea del partito non sembra più attrarre come un tempo, con esponenti di spicco che si sono gradualmente allontanati. “Noi staneremo tutti i trasformismi – dice per tutta riposta Di Cristina – sono questi i veri mali della politica”. In attesa che ufficializzi la sua discesa in campo, già comunque vagliata favorevolmente a Palermo, a Caltanissetta e in città, il monito di Di Cristina non cambia e non necessariamente si sposa con la campagna elettorale.
“Il nostro faro è la legalità, sempre e comunque – conclude – non ci interessano compromessi e posizioni non chiare. La città non deve ritornare agli anni bui del passato. Non seguiamo visioni di una legalità solo di facciata. La nostra è una piena consapevolezza che la città possa progredire solo con chi le regole le rispetta e con chi si schiera, senza tentennamenti. L’ho detto più volte, noto che in città ci sono ancora troppi segnali che riconducono al passato”. Il segretario, al quale toccherà portare avanti il progetto dem anche con un impegno elettorale attivo, pone nuovamente delle condizioni, che sono anzitutto politiche. Su queste basi il Pd vuole affrontare la campagna elettorale, verso le urne del prossimo autunno, ma anche qualsiasi forma di dialogo istituzionale.
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