Incardona: "Carne di cavallo davanti al municipio e ad Aldisio, scelta inappropriata"

L'ex assessore Salvatore Incardona non condivide per nulla la presenza, in piazza San Francesco, di una rivendita di carne di cavallo

A cura di Redazione Redazione
17 dicembre 2025 12:20
Incardona: "Carne di cavallo davanti al municipio e ad Aldisio, scelta inappropriata" -
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Gela. Una scelta non appropriata, a maggior ragione durante le festività natalizie e nel cuore del centro storico, a pochi passi da Palazzo di Città. L'ex assessore Salvatore Incardona non condivide per nulla la presenza, in piazza San Francesco, di una rivendita di carne di cavallo. "Con profondo rammarico si registra l’ennesima dimostrazione di assenza di visione, decoro e rispetto per i luoghi simbolo della nostra città. L’autorizzazione concessa per l’installazione di una bancarella per la vendita di carne di cavallo all’interno del centro storico e in particolare nella storica piazza San Francesco, rappresenta una scelta profondamente sbagliata e politicamente inaccettabile. Parliamo di un luogo che dovrebbe essere preservato come salotto cittadino, e che invece viene ancora una volta svilito con iniziative del tutto fuori contesto. È ancor più grave che il gazebo sia stato collocato proprio davanti la casa del cittadino, il Comune, e dinanzi alla statua dell’onorevole Aldisio, figura centrale della storia politica gelese e nazionale, che merita rispetto e memoria", sottolinea Incardona. Ribadisce che una presenza commerciale di questo tipo è inappropriata. "Forse l’allegria dei festeggiamenti ancora in corso ha offuscato l’amministrazione comunale che parla di cultura ma trasforma il proprio centro storico in un bazar. La città merita ben altro. Merita decoro, attenzione al suo patrimonio storico e una programmazione seria che sappia coniugare sviluppo e identità. Autorizzazioni come questa dimostrano una superficialità nella gestione del bene pubblico. Mi auguro che l’amministrazione possa tornare immediatamente sui propri passi, revocare l'autorizzazione e avviare una riflessione più seria su cosa significhi tutelare i luoghi simbolo della nostra città. Questa non è cultura e nemmeno folklore; questa È incuria istituzionale", conclude Incardona.

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