Gela. I compagni di vacanza avrebbero abusato sessualmente di lei. Una ventiduenne, trascinata dagli effetti dell’alcol, sarebbe stata vittima di uno stupro di gruppo.
Sei dei suoi amici avrebbero preteso e ottenuto favori sessuali. La presunta violenza si sarebbe consumata in una camera d’albergo a Malta, il mese scorso. Alle prime luci dell’alba, dopo avere alzato troppo il gomito, ognuno dei coetanei avrebbe consumato un rapporto sessuale con l’amica.
Al rientro in città, la giovane si è chiusa in un silenzio assordante. Fino a ieri. Quando ha deciso di svuotare il sacco.
Si sarebbe recata in ospedale e grazie all’intervento di uno psicologo la presunta vittima avrebbe interrotto quel segreto che la tormentava ormai da trenta lunghissimi giorni. Almeno secondo le sue dichiarazioni. Sarebbe scoppiata in lacrime davanti ai medici ospedalieri che hanno ascoltato quei racconti di violenza sessuale di gruppo.
La giovane avrebbe riferito di una situazione particolare, dove ognuno dei partecipanti era sotto gli effetti dell’alcol. Lei compresa. Forse non ha compreso immediatamente quello che le stava accadendo.
Ma il giorno dopo, al risveglio, la situazione sarebbe stata meno confusa. Non avrebbe proferito parola con nessuno, nemmeno con gli amici divenuti probabilmente i suoi stupratori.
Ha scelto la strada apparentemente più semplice, chiudendosi in un silenzio assordante. Non è però riuscita a nascondere gli effetti di quell’episodio che l’hanno rapidamente cambiata. La ragazza allegra ha smesso di ridere e incontrare gli amici. Almeno fino a ieri. Adesso quei racconti rischiano di approdare in procura per comprenderne l’effettiva veridicità.
