Gela. Allo scoccare delle 11, udienze sospese in tribunale e il presidente della sezione penale, il giudice Miriam D’Amore, ha dato lettura di un comunicato ufficiale della giunta distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati. Un intervento per ricordare la strage di mafia costata la vita a Paolo Borsellino e ai poliziotti della sua scorta, gli agenti Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi e Claudio Traina. In prima fila, nell’aula “Turco”, il procuratore capo Fernando Asaro e i sostituti Eugenia Belmonte, Luigi Lo Valvo, Mario Calabrese, Federica Scuderi e Ubaldo Leo. Il presidente D’Amore ha citato lo stesso Borsellino, richiamando la necessità di una lotta alla mafia che sia “movimento culturale”.
I magistrati dell’Anm, nel giorno del ricordo della strage di via D’Amelio, hanno però voluto lanciare un monito netto contro i depistaggi venuti a galla nel corso delle inchieste e ribaditi nelle motivazioni della recente sentenza del processo Borsellino quater, tenutosi in Corte d’assise a Caltanissetta. Per questo motivo, l’Anm si stringe intorno a tutti i magistrati che in questi anni si stanno impegnando per far emergere la verità. Il comunicato è stato letto dal presidente, mentre si tenevano le udienze davanti al collegio penale del tribunale, composto anche dai giudici Ersilia Guzzetta e Tiziana Landoni.