PALERMO (ITALPRESS) – La Polizia, su delega della Procura della Repubblica di Palermo, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 persone, accusate di far parte di un’associazione per delinquere dedita alla commissione di rapine ai danni di istituti di credito, con la progettualità di commissione di una serie indeterminata di reati contro il patrimonio in generale, anche al di fuori del territorio siciliano. L’indagine prende il via da un episodio di rapina con sequestro di persona, avvenuta il 4 aprile 2022 presso la filiale Credem di Terrasini a seguito della quale il 27 aprile 2022 sono stati eseguiti 5 fermi nei confronti di altrettanti pluripregiudicati, tutti indagati per aver partecipato ognuno per la propria parte alla rapina in questione.L’ampia attività di indagine ha consentito di acquisire elementi utili a ricomporre l’operatività del gruppo in chiave non episodica ma altamente organizzata. Importanti spunti investigativi sono pure giunti dall’intercettazione dei colloqui in carcere delle persone originariamente fermate, che hanno consentito di validare in chiave indiziaria, dunque, l’esistenza di un sodalizio criminale -riconosciuto dal GIP – dedito alla commissione di rapine anche in trasferta, radicato nel quartiere “Brancaccio”.Quali partecipanti al sodalizio sono risultati altre due persone, oggi arrestate. Per uno dei due, peraltro, è stato riconosciuto in sede di contestazione il concorso morale anche per la rapina ai danni del Credem di Terrasini.E’ emersa l’esistenza di una cassa comune all’organizzazione, la specificità dei ruoli di ognuno dei partecipanti, una progettualità protesa al futuro in relazione alla commissione di moltissimi altri reati, la disponibilità di altre risorse comuni come mezzi di trasporto, la capacità di rigenerarsi nel tempo con l’elastica apertura a nuovi soggetti anche in ragione del naturale succedersi degli arresti, il mantenimento delle famiglie dei sodali in carcere.Le indagini hanno portato alla luce la progettualità degli arrestati di diverse rapine da portare a termine con le stesse modalità nei comuni di Capaci, Favara, oltre che Milano, Bologna e Pistoia. Le stesse attività consentivano di far luce su alcune rapine poste in essere nel passato e talvolta rimaste impunite.Gli approfondimenti hanno consentito, altresì, di svelare che il gruppo criminale vivesse e vive esclusivamente dei proventi dell’attività delittuosa, facendo emergere gli stessi indagati l’indispensabilità di compiere “lavori” con una certa cadenza per far fronte alle esigenze familiari.E’ emerso pure, in contesto d’indagine, come la holding criminale avesse disponibilità di soldi e mezzi in comune ed anche una progettualità in ordine al reperimento di armi e all’individuazione degli obiettivi criminali da cui trarre ulteriori profitti. Tali circostanze venivano discusse durante dei veri e propri summit, propedeutici pure ad un’attività di sopralluogo rispetto ai nuovi possibili obiettivi da colpire.Dalle diverse conversazioni captate è emerso anche che gli associati avevano intenzione di reinvestire i proventi illeciti derivanti dalle rapine in altri tipi di attività, quali l’acquisto di partite di droga da poter reimmettere sul mercato ad un prezzo maggiorato, nonchè l’acquisto di beni immobili.
– foto: Questura Palermo
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