In sciopero della fame da 200 giorni, Missuto sempre più provato: “Mattarella e Nordio mi ricevano”

 
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L'imprenditore Emilio Missuto

Gela. Il camper parcheggiato a poca distanza da palazzo di giustizia continua ad essere il suo unico presidio. L’imprenditore Emilio Missuto è giunto all’ottavo mese consecutivo di sciopero della fame. In totale, sono duecento giorni. A causa di pendenze con un ente comunale sardo e con istituti bancari, da anni lotta insieme ai familiari per cercare di avere ciò che gli spetta per lavori pubblici eseguiti ma mai saldati. Nel tempo, ha dovuto fronteggiare svariate vicissitudini e la perdita di gran parte del sito produttivo realizzato in contrada Sabuci. In questi mesi, come spiega quotidianamente attraverso brevi video postati sui social, si è alimentato esclusivamente con integratori e con qualche bevanda proteica. Viene monitorato dai medici e i suoi familiari non lo lasciano solo. Si sente invece abbandonato da istituzioni dalle quali attende riscontri, anzitutto rispetto alla vicenda giudiziaria sarda che fece maturare i primi veri problemi. Si definisce “vittima della mafia e della microcriminalità” per i tanti danneggiamenti subiti. In questi mesi, ha perso molto chili e inevitabilmente ci sono ripercussioni fisiche. L’imprenditore ha riferito di non voler cedere. L’appello lo fa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al ministro della giustizia Carlo Nordio. Chiede di poterli incontrare per spiegargli l’intera vicenda.

“Continuo a subire attacchi”, dice ancora nell’ultimo video diffuso sui canali social. Le difficoltà finanziarie che si sono susseguite nel tempo hanno influito sull’attività aziendale e l’imprenditore non intende perdere i beni di famiglia, come ha già spiegato ad ottobre dello scorso anno quando riprese la protesta.

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