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In questo comune nisseno c'è un castello incredibile | La storia della fortezza delle stanze segrete

Delia e il suo castello normanno: fortezza medievale, tradimenti, stanze segrete e un curioso effetto “galleggiante” al tramonto.

A cura di Redazione
05 luglio 2025 15:00
In questo comune nisseno c'è un castello incredibile | La storia della fortezza delle stanze segrete - Immagine di fantasia
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Il castello normanno

Immerso nel cuore della provincia di Caltanissetta, il Castello normanno di Delia, noto anche come “Castiddazzu” o Castello di Sabuci, sorge su una serra calcarea a circa 1 km dal paese, con vista mozzafiato sulla Valle del Salso. È considerato un capolavoro di ingegneria militare medievale, costruito dagli Arabi o Bizantini e ampliato dai Normanni nell’XI secolo, per poi diventare un nodo cruciale durante i Vespri Siciliani quando nobili locali tradirono gli Aragonesi per gli Angioini, permettendo un sanguinoso saccheggio.

Successivamente, nel 1469, fu potenziato dagli Aragonesi e rimase abitato fino al XVI secolo, per poi rimanere abbandonato e ridotto a “castellazzo” fino al restauro tra il 1987 e il 1995 da parte della Soprintendenza. E oggi, l’accesso è libero e gratuito: si può percorrere una scala scavata nella roccia che conduce alla torretta panoramica, da cui si domina un paesaggio che spazia dall’Etna alle Madonie

Architettura e membrane storiche

Il castello è una struttura a quattro livelli — il primo fuoriesce dal pendio, con volte a botte archiacute; al secondo c’è la piazza d’armi, a cui si accede attraverso una sala scavata con feritoie per il controllo visivo. Al terzo livello si trova l’unica stanza coperta, con volta a sesto acuto e cinque feritoie; al quarto ci sono due camere, di cui una semicircolare, probabilmente una cappella.

Durante gli scavi archeologici (1987–1995) sono emersi reperti che attestano la presenza umana neolitica e ceramiche medievali; elementi che rivelano che questo luogo fu frequentato e abitato continuativamente dalla preistoria alla fine del XVI secolo. Tra gli anfratti rocciosi furono scavati pozzi per l’acqua e cisterne, poi un tempo riempiti, rivelando sistemi di approvvigionamento idrico assolutamente avveniristici per l’epoca.

Curiosità: il mistero della serra “sospesa”

Una leggenda locale racconta che il Castiddazzu fosse costruito in modo da apparire “sospeso” quando il sole al tramonto illumina la facciata orientale: il profilo si staglia nitido contro il cielo, con le pareti arroccate che sembrano levitare sopra la valle. Un fenomeno così suggestivo che, durante l’estate, richiama escursionisti e fotografi locali proprio al tramonto, desiderosi di immortalare il castello galleggiante tra luce, pietra e ombra. Nessuna notte, nessuna sorveglianza notturna: quanti misteri avrà visto quel muro che sembra sfidare l’orizzonte?

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