Gela. L’amministrazione comunale la voleva a vocazione turistica, ma l’aula
ha dato un verdetto opposto.
Chi cerca il consenso di pochi privati? Quell’area che si affaccia sul lungomare Federico II di Svevia potrà essere utilizzata per edifici privati. Un verdetto non solo tecnico, ma capace di scatenare quasi una crisi politica, soprattutto tra i consiglieri comunali del Pd. C’è chi ha voluto favorire gli interessi di pochi privati? “La pianificazione è una cosa seria – dice la grillina Virginia Farruggia – non è un gioco, non può essere un favore fatto a qualcuno a discapito sempre e comunque della collettività. Non può rappresentare uno strumento per produrre consenso”. I consiglieri comunali del Movimento cinque stelle, già ieri sera durante la seduta d’aula, hanno contestato le richieste giunte dai banchi del Pd. I dem, almeno alcuni di loro, sono stati fermi nell’indicare la necessità che venisse stralciata una parte delle controdeduzioni al piano regolatore generale, a cominciare da quella che vincolava ad uso turistico proprio l’area della discordia, a pochissima distanza dall’immobile dell’ex Paranà, oggi abitazione privata. “I grillini sono abituati a fare populismo anche davanti ad atti che, probabilmente, non conoscono – dice il consigliere dem Salvatore Gallo – la nostra richiesta è stata piuttosto logica. In quell’area, esiste già un immobile privato e non vediamo che continuità possa avere nell’intero contesto l’evetuale realizzazione di strutture turistiche. Peraltro, parliamo di una zona decisamente poco estesa e il progettista del prg ha dato parere favorevole all’osservazione presentata dal proprietario dell’immobile già esistente. Noi non facciamo favori a nessuno”.
I dem si dividono. Alla fine, in aula, a votare sia lo stralcio che le controdeduzioni della giunta, almeno tra le fila dem, sono rimasti soltanto lo stesso Gallo, il capogruppo Vincenzo Cirignotta e l’altro consigliere Romina Morselli. Si sono defilati anticipatamente, invece, Guido Siragusa, il vice capogruppo Carmelo Orlando e il presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia. “Ieri, abbiamo votato atti decisivi per il futuro di questa città – spiega Vincenzo Cirignotta – abbiamo detto sì alle osservazioni che avevano già ricevuto parere favorevole dal progettista e, soprattutto, alle controdeduzioni che serviranno a rispondere a quanto stabilito dal Consiglio regionale urbanistica che ha autorizzato un prg decisamente vecchio e colmo di vincoli che non corrispondono più all’attuale struttura urbanistica di questa città. Mi complimento con chi è rimasto in aula fino alla fine, senza far cadere il numero legale”. Che tra i dem ci sia stata maretta sembra abbastanza chiaro, l’ombra di possibili aiuti ai privati si potrebbe allungare sui rapporti interni al gruppo consiliare. Da un lato, i fedelissimi del segretario cittadino Peppe Di Cristina e dall’altro quelli che negli scorsi mesi non hanno mancato di contestare la linea della segreteria, premendo su un’intesa complessiva di centrosinistra. “Ho avuto la sensazione – ammette Guido Siragusa – che in aula tanti fossero interessati solo a votare poche osservazioni, più o meno importanti. La discussione vera, quella sulle controdeduzioni della giunta, è stata praticamente azzerata. Che senso ha votare solo sette osservazioni tardive mentre tutte le altre sono state valutate a Palermo? Perché ho lasciato anticipatamente l’aula? Solo per impegni personali”. Insomma, il gelo è sceso nuovamente tra i dem. Ieri sera, le controdeduzioni sono passate con i voti favorevoli dei “superstiti” del Partito Democratico, ma anche di Sicilia Futura e del gruppo di centrodestra. I veleni ci sono e sono tanti. La giunta, che porta a casa le controdeduzioni, è stata però battuta sulla vicenda dell’area del lungomare. Edilizia ed interessi privati sono sempre fardelli scottanti, soprattutto quando a mettersi sulle spalle sono i consiglieri comunali.