Gela. Circa due ore di colloquio, in prefettura, con il vicario del prefetto Chiara Armenia e con il comandante provinciale dei carabinieri. Gli esponenti dell’associazione antiracket hanno voluto toccar diversi aspetti, direttamente con l’istituzione di riferimento sul territorio. “Abbiamo avuto modo di chiarire diverse situazioni – dice il presidente Salvino Legname – quello che ci è dispiaciuto, rispetto alla cancellazione dall’elenco prefettizio, è di non aver avuto modo di spiegare le nostre ragioni. Il nuovo direttivo è stato eletto democraticamente dall’assemblea. Il presidente che era in carica non aveva avuto un voto di questo tipo e ci è sembrato giusto andare incontro alle istanze degli iscritti. Il voto è stato democratico e trasparente. Probabilmente, la prefettura non aveva avuto questa comunicazione ma non è dipeso da noi”. Legname conferma che non ci saranno passi indietro. “In città c’è ancora tanta paura e noi continueremo a fare il lavoro di sempre – dice ancora – cercheremo di convincere tutti sul fatto che la denuncia è sempre la strada migliore. Ho già raccolto alcune segnalazioni. In questo momento, si vive una situazione molto difficile nelle campagne, dove alcuni pastori si sentono padroni. Minacciano e incendiano. Stiamo lavorando su questo versante”. Dalla riunione di oggi emerge comunque un riscontro istituzionale. “Noi siamo per la legalità e la giustizia – dice ancora Legname – ci è stata data la massima disponibilità dalle istituzioni che abbiamo incontrato. Se ci sono i controlli da fare, è giusto che vengano condotti. Io sono pronto a qualsiasi tipo di verifica”. Legname, tra i soci storici dell’antiracket locale, in passato fu toccato dalla tragica fine del giovane figlio, vittima di un gruppo di stidda. Si è sempre messo in prima linea contro il racket delle estorsioni ma anche nel sostegno ai più deboli e ai ceti meno abbienti. Dopo l’uscita di Franca Evangelista, vedova del commerciante Gaetano Giordano, l’associazione non avrà più la stessa denominazione. “Non penso che al momento ci saranno nuove intitolazioni – aggiunge Legname – rimarrà come antiracket Gela, che già dice molto”.
Bisognerà capire se l’ente comunale stopperà l’iter per il rilascio dell’immobile che attualmente ospita la sede dell’associazione, in centro storico. “E’ un provvedimento, quello di rilascio dell’immobile, che pensiamo si fondi su una motivazione errata – conclude – non si può fare leva sulla mancanza dell’iscrizione nell’elenco prefettizio. Quando iniziò l’attività, l’associazione non era iscritta. Noi ripartiamo quasi da zero, anche a seguito della decisione della Fai. Siamo convinti di poter lavorare a sostegno di chi intenda denunciare soprusi e imposizioni”.