Gela. Enimed si è rivolta, attraverso i propri legali, alla Corte di Cassazione. La multinazionale, che ha diverse attività sul territorio, deve versare alle casse comunali somme ingenti, superiori ai sette milioni di euro. Un ammontare maturato per il mancato pagamento di Imu e Tasi, dal 2016 e fino al 2018, legati prevalentemente alle piattaforme estrattive. La giustizia tributaria, sia in commissione provinciale sia con la Corte di giustizia tributaria di secondo grado, ha dato ragione a Palazzo di Città. L’azienda deve versare quanto previsto per Imu e Tasi. I legali di Enimed però hanno fatto notificare agli uffici comunali il relativo ricorso in Cassazione. La giunta del sindaco Lucio Greco, ieri, ha deliberato la costituzione, affidando l’incarico allo stesso avvocato che ha già seguito gli altri gradi del procedimento, il legale Alessandro Dagnino. Quella sul pagamento dei tributi per le piattaforme è una contesa che va avanti da anni.
Le aziende del gruppo Eni hanno più volte intrapreso azioni giudiziarie, nel tentativo di arrivare a decisioni favorevoli. La giurisprudenza ormai maturata sul tema, nella gran parte dei casi, è favorevole agli enti locali sulle cui coste si concentrano attività in mare. La Regione, in finanziaria, ha riconosciuto al Comune di Gela, così come a quelli di Licata e Butera, le royalties per le attività di estrazione del gas del progetto “Argo-Cassiopea”, altro tassello importante per le economie del municipio. Incassare le somme di Imu e Tasi, ancora al centro del contendere, sarebbe un passo importante per un municipio che si trova nel bel mezzo del dissesto finanziario.