Imprenditori locali minacciati, “l’imputato è capace d’intendere”: il caso in appello

 
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Gela. Presunte richieste estorsive recapitate ad alcuni esercenti ed imprenditori locali.

Dopo la condanna in primo grado, a due anni di reclusione, il caso di Rocco Consiglio è arrivato davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. Avrebbe più volte minacciato le vittime, imponendo il pagamento di denaro o eventuali assunzioni.
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La condanna impugnata. Ad impugnare il verdetto è stato il suo legale di fiducia, l’avvocato Maurizio Scicolone. Il difensore ha chiesto e ottenuto anche una perizia psichiatrica, nel tentativo di valutare le condizioni mentali dell’uomo al momento dei fatti.
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Lo specialista nominato dai giudici, però, ha escluso la totale assenza della capacità d’intendere e di volere. Dalla procura generale è arrivata la richiesta di conferma della condanna di primo grado.

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