Gela. Nessun no a priori, ma forse un “quasi sì”. E’ quello che emerge dopo l’intervento di ieri, che il consigliere comunale Salvatore Scerra ha concentrato nell’ultima parte del monotematico sull’impianto rifiuti per la Sicilia occidentale. Il consigliere, che è intervenuto per la prima volta dopo i fatti dell’inchiesta Ipab, ha voluto prendere le distanze “sia dai pro-no che dai pro-sì”. “Il cambiamento fa sempre paura e la cosa più facile che si può fare è dire no”, ha spiegato. Secondo l’esponente di centrodestra, c’è la necessità di approfondire ma anche di avere garanzie. “Un sistema di questo tipo deve inserirsi in un territorio con un porto fruibile, con infrastrutture e con la garanzia di una maggiore attenzione alle maestranze locali e con agevolazioni sulla Tari. La Regione sta cercando soluzioni all’emergenza rifiuti. Ho apprezzato gli interventi del senatore Pietro Lorefice e dell’ingegnere Giacomo Rispoli. Il Movimento cinquestelle si è posto contro l’impianto e ne ha spiegato le ragioni. Il Pd è in campagna elettorale e se a Roma ha deciso per il termovalorizzatore, in Sicilia è invece contrario. E’ un tema sul quale non si può fare populismo. Sono abituato a leggere gli atti e a confrontarmi con esperti. Però, se ci fossero le garanzie per le infrastrutture, per un risvolto occupazionale e per agevolazioni per i cittadini, potrebbe diventare un investimento che inciderà economicamente sul territorio. I manager delle aziende hanno spiegato che non ci sarà impatto ambientale o quantomeno sarà assai limitato. Oggi, chi denuncia il disastro ambientale per le attività di Eni magari ha lavorato per trent’anni con Eni. Bisogna essere coerenti”. Nella visione di Scerra, quindi, un impianto di questo tipo, con le dovute garanzie ambientali e occupazionali, potrebbe diventare un esempio da seguire anche altrove.
“Perché dobbiamo sempre essere noi a copiare da altri o ad ambire ad arrivare dove altri sono già arrivati – conclude – siamo in un territorio che dopo la fine del ciclo tradizionale della raffinazione non sa ancora quale sarà il proprio focus economico. Investimenti e sostenibilità ambientale possono trovare un punto di congiunzione, consentendo una ripartenza economica, anche in settori importanti come l’agricoltura. Dire no, a prescindere, è sempre la cosa più facile”.
Il futuro di Gela è Agricoltura, l’oro blu ovvero il mare, e quindi porto turistico e industriale e turismo ma bisogna programmare tutto adesso per i prossimi dieci anni l’industria pesante fa parte del passato , piuttosto si potrebbe sviluppare la lavorazione e trasformarmazione dei prodotti agricoli penso ai carciofi della piana del Gela e alla fascia trasformarmata della serrocoltura
L’impianto di trattamento dei rifiuti che vadano a farla nell’aria industriale di Palermo e d’intorni
Caro signore
Il focus economico di questa bella città ,se fanno questo impianto sarà la spazzatura.
Perché invece non cercare di fare il porto, l’aeroporto,piste ciclabili,investire su Montelungo ecc
Cosa si vuole fare il mondezzaio
Complimenti per l’intervento , serio e ponderato.
Firmato, Peppe Migliore
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