Gela. Anche l’ultimo dei beni immobili, oggetto di sequestro ai danni dell’ambulante Rosario Consiglio, va dissequestrato. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno seguito il responso, che era già stato emesso dalla Corte di Cassazione. I magistrati romani avevano annullato una precedente decisione di secondo grado. I beni immobili riferibili a Consiglio, per gli investigatori vicino al gruppo di mafia degli Alfieri, sono stati così esclusi da vincoli. L’iniziale sequestro era stato attuato per un valore patrimoniale di circa mezzo milione di euro, tra beni immobili e mobili. La Cassazione ha confermato i provvedimenti sui beni mobili, ma ha annullato per i beni immobili. I giudici di appello, nel procedimento bis, hanno sciolto la riserva disponendo il dissequestro anche di uno degli immobili, ancora gravato dalla misura. Su questo versante, è stata accolta la linea della difesa dell’ambulante, sostenuta dagli avvocati Giacomo Ventura e Salvo Macrì.
I legali hanno messo in discussione il fondamento dell’intero sequestro. Con documenti fiscali e contabili, hanno più volte spiegato che quei beni erano da collegare solo all’attività lavorativa di Consiglio, che è attualmente a giudizio per i fatti dell’indagine “Inferis”. Lo stesso ambulante ha parlato dei tanti atti intimidatori e dei danneggiamenti subiti, con conseguenze pesanti per le sue attività commerciali. Per i legali che lo assistono, sarebbe una vittima dei clan e non un affiliato. I pm della Dda di Caltanissetta, invece, lo considerarono vicino al boss Peppe Alferi.