Gela. Un mini vortice politico, fatto di licenziamenti e nuovi
ingressi in giunta, ma anche di tanti salti da un banco all’altro dell’assise civica.
Licenziamenti e assunzioni in giunta. A poco più di due anni dall’insediamento dell’ex giunta grillina del sindaco Domenico Messinese, tanto, tantissimo, è cambiato. L’esito delle urne lascia il tempo che trova e in municipio si corre veloce, in attesa di individuare il porto più sicuro per far approdare una giunta sballottata dai marosi. Una cosa è certa, quando il sindaco non gradisce, arrivano subito i licenziamenti. Il più rapido, forse di sempre, è quello dell’ex assessore Fabrizio Nardo, fatto fuori da Messinese, solo dopo pochi giorni dall’insediamento. Al taglio di Nardo sono seguiti quelli di Pietro Lorefice, Ketty Damante, Nuccio Di Paola ed Eugenio Catania. Al loro posto, porte aperte per Fabrizio Morello, Licia Abela, Flavio Di Francesco e Rocco D’Arma. Insomma, fuori i grillini, ad eccezione di Catania esonerato dopo tanti flop, a cominciare dal disastro degli “ombrellini”, e dentro assessori di fiducia, oltre ovviamente a quelli della prima ora, ovvero l’intoccabile Simone Siciliano e Francesco Salinitro. Forse, l’unica nomina politicamente spuria è stata quella di Rocco D’Arma, che di certo non aveva fatto campagna elettorale a sostegno di Messinese e dei suoi, anzi. Ma la ruota gira, eccome, soprattutto tra i banchi del consiglio comunale.
Crocetta e Greco hanno perso i pezzi. Ad oggi, sono in totale sedici i consiglieri eletti sotto un simbolo e passati ad altri lidi politici. Insomma, più della metà, dato che solo quattordici non si sono mossi dai blocchi di partenza. Di certo, l’appeal è praticamente crollato sia nel caso dell’allora candidato sindaco Lucio Greco, che era riuscito a far entrare in consiglio comunale ben quattro esponenti della sua creatura Un’Altra Gela, sia nel caso dell’ormai ex presidente della Regione Rosario Crocetta che, con il Megafono, aveva infilato cinque consiglieri. A due anni di distanza dalla loro cavalcata elettorale, di Un’Altra Gela e del Megafono, almeno tra i banchi dell’assise civica, non rimangono che le macerie. Il gruppo che faceva riferimento all’avvocato Greco non esiste più. Vincenzo Cascino e Anna Comandatore sono tornati alla casa d’origine, ovvero quella di Nello Musumeci, Salvatore Farruggia si era prima accasato con il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, per poi virare a “nord” con Salvini, mentre Salvatore Sammito, da sempre vicino a Forza Italia, è l’unico a dichiararsi ancora in “quota Un’Altra Gela”, ma già transitato nel gruppo misto. Letteralmente imploso anche il battaglione dei crocettiani. La Fortezza Bastiani, echeggiando Dino Buzzati, continua a presidiarla solo Sara Bonura, l’unica rimasta a tirare la carretta della causa crocettiana. Se ne sono andati, invece, Carmelo Casano che, dopo i primi approcci con l’area centrista, ha comunque optato per il centrosinistra, aderendo al progetto di Articolo 1, voluto dai fuoriusciti dem, ma anche Antonio Torrenti Maria Pingo e Giuseppe
Il voltafaccia ai grillini. Guastella, almeno per il momento, tutti nel gruppo misto, in attesa di collocazione, magari dopo le regionali. Addirittura, il voltafaccia è arrivato anche da chi meno te lo aspetti. I grillini del Movimento cinque stelle, dopo aver perso un sindaco, hanno anche visto partire l’ex capogruppo Sara Cavallo. Quello della giovane consigliera è l’ultimo trasferimento, solo in ordine di tempo. Dopo aver strappato le stelle grilline, sembrava poter dare una mano al gruppo del sindaco, ma alla fine il posto l’ha trovato nel centrodestra, con Forza Italia.
Spifferi e rattoppi nella “corazzata” dem. I pezzi li ha persi anche la ciurma del Pd che, però, qualcosa se l’è pure ripresa. I dem hanno divorziato, e non certo con baci e abbracci, dall’ex capogruppo Giuseppe Ventura e da Antonino Biundo, due che i voti li portano, acquistando però l’ex capogruppo del Polo Civico Guido Siragusa. Ventura e Biundo, dopo la fine della storia d’amore politica dem, sono stati gli ideatori di Adesso Gela, entità rimasta in piedi giusto qualche mese, prima di approdare a Sicilia Futura, il movimento di Salvatore Cardinale, che annovera tra i banchi d’aula anche Cristian Malluzzo, entrato in consiglio con la lista pro Fasulo Gela Città e poi passato a sua volta da Adesso Gela, e Sandra Bennici, eletta con il Polo Civico e poi pronta a selezionare la casella Sicilia Futura. Rimescolamenti su rimescolamenti, in un calderone che risente della riottosità tipica di una “corazzata”, quella del Pd, piena di spifferi e rattoppi. Cambi e ricambi che si ritrovano anche nel caso di due consiglieri eletti sotto i simboli pro Fasulo di Gela Città, ovvero Giovanni Panebianco e Angela Di Modica. Panebianco, dopo lo scioglimento del gruppo di Gela Città, era dato come possibile nuovo acquisto del Pd, poi non se n’è fatto più nulla ed è arrivata, prima l’adesione all’Udc e poi quella alla lista Musumeci. Per Angela Di Modica, invece, il post Gela Città si è trasformato in Adesso Gela, il gruppo messo su, in fretta e furia, dagli ex dem Giuseppe Ventura e Antonino Biundo, ma senza il passo successivo, quello dell’adesione a Sicilia Futura. Il presidente della commissione comunale bilancio sembra aver preferito una pausa di riflessione, per lei la ruota non gira, avendo scelto il gruppo misto. Più di metà del consiglio comunale ha cambiato faccia e mancano ancora tre anni alla fine del “governo” Messinese, sempre che non arrivi qualche altro colpo di teatro.