Gela. Dopo gli interrogatori degli scorsi giorni, tutti gli indagati nell’operazione “Polis”
hanno scelto, per il tramite dei rispettivi legali, di rivolgersi ai giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta.
Gli indagati al riesame. Contesteranno le misure cautelari impostegli a conclusione dell’indagine, tutta incentrata sul presunto intervento dei clan che avrebbero consentito all’ex sindaco di Niscemi Francesco La Rosa di ottenere la vittoria alle amministrative di cinque anni fa. L’ex primo cittadino, invece, è uscito sconfitto dal ballottaggio delle scorse settimane, a conclusione del quale a vincere è stato l’avvocato Massimiliano Conti. Tra gli indagati, ci sono anche i gelesi Carlo e Giuseppe Attardi. Proprio Carlo Attardi, alle amministrative di cinque anni fa, risultò tra i candidati più votati. Per i pm della Dda di Caltanissetta ci sarebbe stato un accordo con i clan niscemesi che avrebbero spostato voti in favore delle liste a supporto di La Rosa. Tra i presunti referenti anche Giuseppe e Carlo Attardi, padre e figlio, che avrebbero messo sul piatto possibili assunzioni nell’azienda di famiglia. Giovedì prossimo, gli indagati, ad eccezione di Francesco Alesci, si presenteranno al tribunale del riesame di Caltanissetta, nel tentativo di ottenere misure alternative alla detenzione e contestare quanto contenuto nei provvedimenti emessi dai magistrati. La Rosa e i due Attardi sono sottoposti alla misura degli arresti domiciliari, così come Salvatore e Giuseppe Mangione. In carcere, invece, sono ristretti Salvatore Ficarra, Francesco Spatola e lo stesso Francesco Alesci. L’indagine “Polis” si è estesa anche al boss Giancarlo Giugno che insieme al gelese Alessandro Barberi, non coinvolto nell’inchiesta, si sarebbe mosso per condizionare il voto in favore del gruppo di La Rosa. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Francesco Spataro, Gino Ioppolo ed Enrico Trantino