Gela. E’ diventata definitiva la condanna imposta ad Alessandro Gambuto, già tra gli esponenti di riferimento del gruppo locale di cosa nostra. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno ridotto l’entità del verdetto che gli era stata imposto dal collegio penale del tribunale di Gela. In primo grado, il quarantatreenne era stato condannato ad undici anni di detenzione. I giudici nisseni, invece, hanno riconosciuto la continuazione con una precedente sentenza, così come richiesto dal legale dell’imputato, l’avocato Cristina Alfieri. Gambuto, secondo gli inquirenti, ha avuto un ruolo importante in un vasto traffico di droga, soprattutto cocaina ed eroina, che il gruppo di cosa nostra riusciva a gestire.
I carichi arrivavano in città direttamente dalla Lombardia. In primo grado, è stato processato insieme al collaboratore di giustizia Pasquale Messina, condannato invece a sette anni di detenzione. La difesa, in entrambi i gradi di giudizio, ha messo in dubbio le accuse mosse dai pm della Dda di Caltanissetta. Per il suo legale, Gambuto sarebbe stato a disposizione dell’ex reggente Rosario Trubia ma solo per le estorsioni e mai per il traffico di droga. Lo stesso Trubia (poi diventato collaboratore di giustizia) non avrebbe mai gradito l’affare del traffico di sostanze stupefacenti. I giudici d’appello, alla fine, hanno limitato l’entità della condanna (riducendo gli undici anni di reclusione).