Gela. “Poche centinaia di euro e un’arma giocattolo può essere
trasformata in un’arma a tutti gli effetti”.
Tante armi modificate. A dirlo è uno degli investigatori che ha coordinato le indagini scattate dopo gli spari di ieri a Sant’Ippolito. Il ventunenne Grazio Pizzardi è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio. Avrebbe sparato al diciannovenne Rosario Di Natale. Anche questa volta, sotto sequestro è finita una pistola giocattolo modificata, al punto da renderla praticamente uguale ad una vera. Una presenza sempre più frequente negli ultimi fatti di sangue che si sono registrati in città. Anche il ventenne Ruben Raitano, arrestato lo scorso marzo dopo aver sparato a Settefarine contro tre rivali, avrebbe utilizzato una pistola giocattolo modificata. Poche ore dopo, in centro storico, altri giovani vennero fermati nel cuore della movida, proprio con un’arma giocattolo, probabilmente modificata. A fine luglio, i poliziotti del commissariato hanno trovato una pistola giocattolo modificata nel furgone dell’ambulante Davide Ascia. “Ci vuole molta precisione nell’effettuare lavori di modifica come questi – dice l’investigatore – bisogna valutare anche il calibro del munizionamento e intervenire sulla canna dell’arma. Non è da escludere che qualcuno in città abbia tutto il necessario per modificare armi giocattolo e renderle altamente pericolose”. Addirittura, dopo le prime ricostruzioni su quanto accaduto ieri a Sant’Ippolito, i carabinieri non escludono che il diciannovenne sia stato solo ferito per un fortuito caso. “Chi ha sparato voleva uccidere – conclude l’investigatore – non escludiamo che ad un certo punto, l’arma impugnata si sia inceppata proprio a causa di un difetto nella modifica”. Anche i poliziotti, nelle scorse settimane, avevano avanzato l’ipotesi dell’esistenza in città di una sorta di laboratorio clandestino per la trasformazione di armi giocattolo.
