Il sito arcaico che sta sorprendendo chi lo visita | Monte Desusino e le mura tra Gela e Butera
Scopri Monte Desusino tra Gela e Butera: mura greche, torri e segreti del fortilizio che resiste da secoli sull’antico bastione.
Monte Desusino, imponente rilievo a strapiombo sulla piana di Gela e territorialmente parte di Butera, nasconde uno dei siti più affascinanti e ancora parzialmente inesplorati della Sicilia antica. Qui, a circa 428 m sul livello del mare, archeologi e appassionati hanno scoperto tracce di un grande frourion, ossia un bastione difensivo, risalente tra il VI e il IV secolo a.C., probabilmente identificabile con l'antico Phalarion, fondato dal tiranno di Akragas Phalaris e poi usato da Agatocle di Siracusa in chiave militare. Le recenti campagne di scavo hanno rivelato muri ciclopici, torri fortificate e porte scolpite nella roccia viva: un vero baluardo storico che ancora oggi serba segreti millenari.
Scoperte archeologiche: mura, porte e torri
Negli anni '50, una ricognizione guidata da Adamesteanu ha riportato alla luce una cinta muraria di spessore di circa 2 m, interamente costruita a secco con grandi blocchi di pietra, riconosciuta come parte del fortilizio di Monte Desusino, eretto in posizione strategica a guardia della piana ghelòa e della foce del fiume Salso. Fra i ritrovamenti più interessanti ci sono due imponenti torri quadrangolari e due porte monumentali: le strutture sono state datate intorno alla fine del IV secolo a.C., in occasione delle campagne di Agatocle contro Cartagine, quando Monte Desusino divenne un baluardo militare avanzato
Uno degli aspetti più affascinanti è il tratto di via lastricata, tagliata direttamente nella roccia, che conduce a uno dei bastioni: un problema ingegneristico avanzato per l’epoca tanto da suggerire una progettazione mirata al controllo del territorio e delle rotte verso Gela e Licata.
Importanza storica e curiosità
Il sito di Monte Desusino assume un rilievo unico non solo per il suo ruolo strategico, ma anche per il suo status di possibile Phalarion: la citazione del forte nell’opera di Diodoro Siculo, laddove si descrivono le operazioni di Agatocle nel 311 a.C., combacia perfettamente con la collocazione geografica e le tracce rinvenute sul monteTuttavia, a fronte del grande potenziale documentale, gran parte del sito rimane ancora inesplorata, vittima di scavi clandestini che ne minacciano l’integrità.
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