Il segreto nascosto tra le dune di Gela: l’Antiquarium che custodisce un tesoro dimenticato
A Gela l’Antiquarium di Capo Soprano custodisce tesori unici e le straordinarie Mura Timoleontee, simbolo eterno della Magna Grecia.
Un luogo che racconta duemila anni di storia
Nel cuore di Gela, tra le dune sabbiose che dominano il mare e i resti imponenti delle Mura Timoleontee, si trova un luogo che in pochi conoscono ma che custodisce un’eredità straordinaria: l’Antiquarium Iconografico di Capo Soprano. Non è un semplice museo, ma un viaggio nel tempo che ci riporta all’epoca in cui Gela era una delle città più potenti della Magna Grecia. Qui ogni frammento, ogni reperto, ogni decorazione racconta di un passato fatto di guerre, commerci, religione e arte.
Il sito si sviluppa accanto alle celebri mura in mattoni crudi del IV secolo a.C., miracolosamente conservate, un unicum in tutto il Mediterraneo. L’Antiquarium è stato creato proprio per proteggere e valorizzare questi resti, offrendo al visitatore la possibilità di entrare in contatto diretto con ciò che fu l’anima dell’antica Gela.
Tesori scolpiti nella pietra e nel tempo
All’interno dell’Antiquarium sono custoditi reperti provenienti dall’Acropoli di Molino a Vento, dal quartiere ellenistico e dalle necropoli che circondavano la città. Straordinari sono i frammenti di terrecotte architettoniche che un tempo ornavano i templi di Gela, raffiguranti divinità e scene mitiche, testimoni della religiosità e della raffinatezza artistica dei coloni greci.
Un ruolo centrale è occupato dalle decorazioni in terracotta che riproducono figure di Atena, Zeus e Apollo, utilizzate come elementi di protezione e ornamento. Si tratta di pezzi unici, che hanno permesso agli studiosi di ricostruire la fisionomia di edifici oggi perduti e di comprendere meglio la funzione simbolica delle immagini sacre nell’architettura dell’epoca.
Passeggiando tra le vetrine si percepisce l’imponenza di una città che, nel V secolo a.C., rivaleggiava con Siracusa e Agrigento per potenza e prestigio. Le anfore, le ceramiche a figure rosse e nere, le monete con l’effigie della ninfa Geloi raccontano di commerci fiorenti, di una società complessa e di un’economia che faceva di Gela uno dei poli più vitali del Mediterraneo.
Il museo che protegge le Mura Timoleontee
Il vero cuore pulsante dell’Antiquarium è il suo rapporto con le Mura Timoleontee, le imponenti difese costruite dal generale corinzio Timoleonte dopo la ricostruzione della città nel 338 a.C. Queste mura, realizzate in mattoni crudi e lunghe centinaia di metri, rappresentano un unicum straordinario della storia dell’architettura militare.
L’Antiquarium, infatti, è nato non solo per esporre reperti ma anche per proteggere queste strutture dall’erosione del tempo. Entrare nell’edificio significa affacciarsi su un passato che ha resistito per più di duemila anni, un miracolo di ingegneria e di storia che ancora oggi lascia stupiti archeologi e visitatori.
Una curiosità che pochi conoscono
C’è un dettaglio che sorprende chi visita l’Antiquarium: alcuni degli elementi in terracotta esposti furono rinvenuti per caso negli anni ’50, durante lavori edilizi ordinari. Se non fossero stati segnalati e recuperati, oggi probabilmente sarebbero perduti per sempre. È uno dei tanti episodi che dimostrano come il sottosuolo di Gela sia ancora oggi un enorme scrigno di tesori archeologici, molti dei quali attendono di venire alla luce.
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