Il santuario greco di Gela poco conosciuto: Thesmophorion e la sua incredibile storia

Scopri il Thesmophorion di Gela: bronzo votivo, statuetta erotica Baubo e riti sacri nella Sicilia arcaica!

A cura di Redazione
14 agosto 2025 11:00
Il santuario greco di Gela poco conosciuto: Thesmophorion e la sua incredibile storia - Foto: Maria Costanza Lentini/Wikipedia
Foto: Maria Costanza Lentini/Wikipedia
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Nel cuore di Gela, su una collinetta a Bitalemi, si celano i resti del Thesmophorion, un antico santuario greco dedicato a Demetra Thesmophoros, divinità della fertilità e del ciclo agricolo. Scavato tra il 1963 e il 1967 da Piero Orlandini, il sito ha restituito oltre 700 lingotti di bronzo usati come offerte rituali, statue in ceramica e una celebre statuetta erotica, la Dèi Baubo, vera protagonista del culto femminile ctonio.

Il santuario e le pratiche arcaiche

Situato fuori dalle mura dell’acropoli, il Thesmophorion è uno dei luoghi di culto più significativi della Sicilia greca. I depositi del santuario, datati tra VII e VI secolo a.C., includevano vasi, pesi da telaio e bronzi votivi, usati come dediche – una pratica sacra che racconta migliaia di anni di devozione popolare.

Gli studi recenti hanno confermato che circa 102 kg di bronzo, in forma di lingotti singoli e barre, venivano donati per propiziare fertilità e abbondanza. Questa scoperta innalza il Thesmophorion a esempio straordinario di ritualità arcaica, tra i più rilevanti nel Mediterraneo.

La Dea Baubo: culto, eros e rovine

Tra i reperti spicca una terracotta a figura femminile, sulle cui braccia è graffita la scritta “Thesmophoros”: è la più antica Baubo erotica della Sicilia, dal gesto provocatorio e “apotropaico” rivolto alla Dea. Un reperto unico, prezioso testimone di una ritualità che univa sacro e profano.

La statuetta testimonia la dimensione femminile del culto, e il potere della sessualità come forma di magia benefica: non dicerie, ma verità svelate dagli archeologi.

Conservazione e futuro del sito

Dal 2022, un corposo studio a cura di Marina Albertocchi e Maddalena Pizzo pubblica finalmente i risultati completi degli scavi di Orlandini. L’analisi delle deposizioni ha aperto nuovi scenari: qui il culto di Demetra assume una struttura organizzata, con rituali collettivi e offerte standardizzate.

Attualmente il sito non è completamente valorizzato per i visitatori, ma il Museo Archeologico Regionale di Gela conserva numerosi reperti, fra cui Baubo.

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