Il restauro, la sala e il cuore culturale di Gela: il teatro con segreti ottocenteschi e architettonici

Teatro Comunale Eschilo di Gela: neoclassico, restaurato nel 2013, con segreti ottocenteschi e gemellaggio culturale con Eleusi.

A cura di Redazione
21 agosto 2025 11:00
Il restauro, la sala e il cuore culturale di Gela: il teatro con segreti ottocenteschi e architettonici - Foto: AbelDionis/Wikipedia
Foto: AbelDionis/Wikipedia
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Nel cuore di Gela, in Piazza Sant’Agostino, sorge il Teatro Comunale Eschilo, il più antico teatro cittadino, le cui origini affondano nell’800. Entrato in una fase di abbandono nel 1975, ha riaperto al pubblico il 27 febbraio 2013 dopo un lungo restauro, ridisvegliando la scena culturale locale. Una rinascita che ha riportato alla luce affreschi, architettura neoclassica e un segreto dimenticato.

Il restauro, la sala e il cuore culturale di Gela

Il teatro, originariamente sorto a partire dal 1832 con facciata neoclassica e tre archi principali, è stato oggetto di una profonda ristrutturazione a inizio 2000, passata per più interventi e apertura contestata (prima sospesa nel 2013, poi finalmente realizzata con concerto dell’orchestra del Teatro Massimo di Palermo). L’interno, di circa 300 posti, è formato da sala rettangolare, due ordini di palchi da 15 posti ciascuno per lato e una galleria superiore, esaltata da stucchi e dettagli lignei originali che rendono l’atmosfera intima e accogliente.

Il restauro ha recuperato l’orditura lignea del soffitto e la decorazione neoclassica dell’esterno, con frontone, cornicione rosa e tre eleganti porte ad arco – un recupero fedele dell’identità ottocentesca . Grazie al teatro, Gela ha riacceso il suo centro storico, trasformando lo spazio di piazza in un cuore pulsante tra arte, concerti, rassegne e iniziative pubbliche.

Il segreto architettonico

Durante i lavori, sono emersi i resti di due antiche chiese dell’Ottocento, poi inglobate nella struttura originaria: rilevazioni della Soprintendenza hanno rivelato pilastri e mura diverse, ora integrate nei contrafforti interni. Questo doppio intreccio tra sacro e civile ha dato vita a un inedito spazio architettonico, dove tra palchi dorati e volte lignee si respira la storia stratificata della Gela ottocentesca.

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