Gela. Inaugurate questa mattina le nuove aree verdi del quartiere Margi, nella periferia nord della città. Il comitato di quartiere e l’amministrazione comunale, nella persona dell’Assessore Giuseppe Licata, si sono impegnati affinché quelle aree, lasciate fino ad oggi in totale abbandono, divenissero un piccolo polmone verde per gli abitanti della zona.
Molte le specie già piantate, dagli oleandri al rosmarino e al melograno. Altre tipologie verranno interrate nelle prossime ore, insieme all’installazione di panche e cestini per i rifiuti, con l’invito a tutti i cittadini di collaborare al fine di salvaguardare questi spazi.
“Spetta a noi cittadini -sostiene Maurizio Di Rosa, Presidente del comitato di quartiere- mantenere pulite e salvaguardare questi siti che, nei prossimi giorni, saranno ultimati e attrezzati affinché gli abitanti della zona e i visitatori, possano usufruirne”.
A tale scopo, sono stati anche predisposti degli impianti di irrigazione a goccia, così da facilitare l’apporto di acqua alle piante.
Mentre a Caposprano il verde, che comprende molte piante pregiate, viene totalmente abbandonato.
I rifiuti la fanno da padroni insieme alle gangs di giovani che sporcano tutto e divelgono le panchine per non parlare dei disturbi alla quiete pubblica ed ignorando le norme più elementari di prevenzione al virus CovidSars 19.
I giardini pubblici in via Morselli, sono sporchi, senza illuminazione, nel totale abbandono, senza cestini per i rifiuti, per non parlare delle numerosissime deiezioni di cani al loro interno e nelle zone limitrofe.
Tanto tempo fa rappresentavano il fiore all’occhiello del quartiere, oggi sono una pattumiera a cielo aperto.
Ci sono tanti cittadini volenterosi e disponibili a curare quel verde, solo se l’amministrazione comunale lo volesse; invece si ha paura di intervenire privatamente con la paura di essere anche denunciati per uso improprio di bene pubblico. Si vede che siamo cittadini di bassa serie.
Quando dura sta felicità? A livello manutenzione e soprattutto a livello di inciviltà x fortuna c’è né sono pochi.