Gela. Le offerte per riprendere il progetto, allora ribattezzato “Ciliegino”, ci sono state anche durante i mesi appena trascorsi. Allo stato attuale, però, tutto rimane nell’arco delle ipotesi di massima, senza che nessuna azienda abbia ancora avuto il via libera. Quei cantieri, originariamente destinati alla costruzione di un polo agrofotovoltaico, da subito indicato come uno dei principali di tutta Europa, li avrebbe dovuti garantire la cooperativa Agroverde. A distanza di quasi cinque anni dalla posa della prima pietra, non sembrano intravedersi soluzioni definitive, tra espropri ancora da pagare e controlli sulle fideiussioni. Negli scorsi giorni, un nuovo vertice si sarebbe tenuto al Ministero dello sviluppo economico. L’amministrazione comunale starebbe vagliando l’offerta di un importante gruppo, del settore delle energie alternative, già impegnato su questo territorio, nella zona però di Butera.
Eni interessata all’energia prodotta? Al tavolo, spunterebbe anche Eni, interessata all’acquisto dell’energia prodotta. I manager, però, propenderebbero per un sistema diverso rispetto a quello alla base dell’iniziale “Ciliegino”. L’ipotesi sarebbe al vaglio. Da Palermo, inoltre, potrebbe arrivare un provvedimento di rinnovo dell’autorizzazione unica, già rilasciato più volte nell’arco degli anni, anche se i cantieri sono fermi e gli ex proprietari in attesa dei soldi delle indennità.